Killer di Budrio, l'agente ferito in lacrime: "Speravo lo prendessero prima"

Lo sfogo di Marco Ravaglia, sopravvissuto dall'agguato di Portomaggiore. Igor-Norbert è in fuga da ormai due mesi

La commozione di Marco Ravaglia, ferito nell'agguato di Portomaggiore (foto Bp)

La commozione di Marco Ravaglia, ferito nell'agguato di Portomaggiore (foto Bp)

Ferrara, 26 maggio 2017 - Marco Ravaglia - l'agente della polizia provinciale sopravvissuto all'agguato teso da Igor/Norbert, in fuga ormai da due mesi dopo il duplice omicidio di Davide Fabbri (barista di Budrio) e di Valerio Verri (guardia volontaria di Portomaggiore) - è sulla sedia a rotelle. Accanto a lui il medico Nino Basaglia, l'avvocato Alberto Bova e il comandante della polizia provinciale Claudio Castagnoli. Soprattutto, dall'altra parte della stanza della clinica San Giorgio di Ferrara, dove si trova ricoverato, ci sono i figli della guardia uccisa (VIDEO). Ravaglia piange, si sfoga e, davanti a lui, come dimostra il video, rivive i fotogrammi dell'orrore. E una frase choc: "Credevo e speravo lo prendessero prima". 

L'8 aprile scorso Ravaglia era di pattuglia nel Mezzano insieme alla guardia volontaria Verri ed entrambi sono stati assaliti da Norbert Feher alias Igor Vaclavic. Verri è stato ucciso, Ravaglia è stato ferito da tre colpi di pistola e per la prima volta ha incontrato i giornalisti nel centro riabilitativo di San Giorgio, a Ferrara. Ha detto di non aver visto in faccia l'assassino e quindi di non aver potuto riconoscere e collegarlo con il killer che una settimana prima aveva ucciso il barista di Budrio. 

"Mi sono finto morto. Lui si è avvicinato, mi ha preso la pistola e il caricatore, mi ha insultato e poi se ne è andato. Quando ho sentito la macchina allontanarsi sono riuscito non so come ad alzarmi. Sulla strada mi hanno visto e mi hanno soccorso. In quel momento ho capito che, forse, sarei riuscito a portare a casa la pelle", ha raccontato. 

«Quel giorno - ha continuato Ravaglia - stavamo svolgendo come al solito il nostro servizio di osservazione e controllo del territorio. Ci trovavamo nel Mezzano e quando abbiamo visto il Fiorino pick up, abbiamo scelto di andare a controllare. Avvicinandoci, abbiamo visto un uomo vestito con abbigliamento mimetico, tipo militare. Pensavamo fosse un pescatore di frodo o un addestratore di cani. Era di spalle, non lo vedevamo in faccia. Quando ormai eravamo vicini è salito sul mezzo e se ne è andato. L'abbiamo inseguito. Aveva un vantaggio di circa 300 metri e, giunto a un incrocio, ha svoltato a sinistra vicino a un capanno di campagna. Noi - ha proseguito  Ravaglia - eravamo sempre a distanza di sicurezza. Ho detto a Valerio di non scendere, sono sceso io e come ho aperto la portiera sono stato colpito. Non sapevo nemmeno quante volte. Mentre ero a terra ho sentito la voce di Valerio che diceva: 'Hai sparato ad un agente di Polizia Provinciale', poi altri spari". 

Così Igor riuscì a sfuggire ai carabinieri 

 

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