Lido di Spina, presidente Arcigay Ferrara. "Sgridata in spiaggia"

Il lungo sfogo su Facebook. "Richiamata dalla titolare del bagno per presunte pose inopportune"

Una spiaggia dei lidi (repertorio) e Manuela Macario

Una spiaggia dei lidi (repertorio) e Manuela Macario

Lido di Spina (Ferrara), 23 agosto 2017 - «È l'estate del razzismo, della xenofobia e dell’omofobia. Da nord a sud passando per il lido di Spina». La denuncia arriva dalla presidente dell’Arcigay di Ferrara Manuela Macario, che dopo 11 anni di frequentazione e confidenza con i gestori di uno stabilimento di cui è cliente, si è sentita richiamare per gli atteggiamenti inopportuni lamentati da alcuni bagnanti nei suoi confronti e di alcune amiche con cui ha trascorso la giornata al mare.

«Oggi sono ancora sulla stessa spiaggia e dopo l’episodio dell’altro ieri i gestori dello stabilimento mi hanno persino tolto il saluto», racconta la Macario. Ma che cosa è accaduto? «Sono stata richiamata per atteggiamenti innopportuni dalla titolare, ma non mi hanno detto quali fossero – spiega – un bacio, una carezza, mani allacciate? A parte che alla mia età, ho 45 anni, so bene quali sono i confini da non superare, ci mancherebbe. Mi chiedo però se le identiche rimostranza le avrebbero fatte anche a una coppia eterosessuale. La cosa più odiosa si è rivelata in quel richiamo silenzioso all’omosessualità, che conosco bene e anche dopo anni di attivismo suona come un’umiliazione».

Nell’episodio intravede un pericoloso rigurgito di intolleranza. «Invece di fare passi avanti ci si muove come i gamberi, si torna indietro, la cosa è molto preoccupante: non sono riuscita a farmi spiegare quali fossero gli atteggiamenti da mettere alla berlina e neppure chi avesse mosso la lagnanza, hanno liquidato il caso con un ‘‘si dice il peccato ma non il peccatore’’». È arrabbiata. «L’ho trovata un’accusa calunniosa, allusiva ad atti osceni in luogo pubblico e non suffragata da contenuti; ora se al mio posto ci fosse stata una persona meno strutturata si sarebbe seppellita dalla vergogna».

E ancora. «Si è dato per scontato che un gruppo di donne lesbiche possa fare cose inopportune. Proprio non ci sto, dov’è il rispetto? Continueremo a lottare contro gli episodi di discriminazione per le generazioni future, perché a quanto pare siamo ancora lontani dai risultati sperati». Dallo stabilmento minimizzano: «Non c’è nulla di strano nell’aver riferito a una cliente, che oramai frequenta il nostro bagno da più di 10 anni, quanto ci è stato riportato – dicono – abbiamo ritenuto di farlo per una questione di correttezza, non abbiamo indagato sull’origine dei comporamenti. E comunque non ci vedo niente di particolare».