Attentato a Marsiglia, arrestato a Ferrara il fratello del terrorista

Accusato di aver avuto un ruolo importante nella preparazione dell'attacco che è costato la vita a due ragazze

Marsiglia, la polizia davanti alla stazione Saint-Charles (foto Ansa)

Marsiglia, la polizia davanti alla stazione Saint-Charles (foto Ansa)

Ferrara, 9 ottobre 2017 - Passeggiava  per via Bologna, alle porte del centro di Ferrara, in un normale sabato sera di inizio autunno. Disarmato, tranquillo e in compagnia di un amico all’oscuro di tutto. È così che gli agenti della Digos di Ferrara e Bologna hanno trovato e arrestato Anis Hanachi, tunisino di 25 anni.

All’apparenza un giovane come tanti, alla deriva nel placido via-vai del weekend della provincia italiana. Ma il suo è un cognome pesante, che porta dritto a Marsiglia e alla mattanza della stazione Saint-Charles. Anis è infatti il fratello di Ahmed, il jihadista 29enne che, armato di coltello e al grido di «Allah u-akbar», ha assassinato due cugine di 21 e 20 anni, Laura e Mauranne, appena prima di essere freddato dai poliziotti francesi.

Da quel maledetto primo ottobre, Anis era in cima alla lista dei ricercati. Il sospetto è che fosse un fiancheggiatore del fratello, se non addirittura uno degli organizzatori dell’orrore di Marsiglia. Una ‘primula rossa’ che ha scelto la tranquilla Ferrara per rimanere il più possibile lontano da occhi indiscreti.

Gli uomini della Digos lo hanno però stanato. Su input dell’Antiterrorismo della polizia di Stato, hanno dato esecuzione a un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità francesi a carico dell’ultimo dei tre fratelli di Ahmed rimasto in libertà (gli altri due, un uomo e una donna, sono stati fermati in Tunisia nei giorni immediatamente successivi al delitto).

Ora, con il blitz di sabato sera, è stato ritrovato anche l’ultimo tassello del puzzle. Per metterlo al suo posto però, bisognerà prima dare risposta a diverse domande. A partire dal ruolo avuto da Anis nell’attacco di Marsiglia. L’accusa formulata dagli inquirenti è «partecipazione ad associazione terroristica e complicità nell’atroce delitto commesso dal fratello». In particolare, investigatori e magistrati sospettano che possa aver recitato una parte di primo piano nella radicalizzazione di Ahmed (fino a non molto tempo fa lontano dalla religione e con alle spalle un passato da piccolo delinquente) e nel suo avvicinamento alla dottrina del jihad. Non solo. Il 25enne, sempre stando all’impianto accusatorio, potrebbe addirittura aver preso parte all’organizzazione del massacro della stazione Saint-Charles. Anche se, a quanto emerge, non sarebbe stato presente il giorno dell’attentato.

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Scenari e ipotesi che potrebbero essere chiariti nelle prossime ore, con lo sviluppo delle indagini. Dopo la cattura, infatti, il tunisino è stato messo a disposizione della procura generale di Bologna. All’arresto del sospetto terrorista si è arrivati al culmine di una lunga e complessa attività investigativa che ha visto una stretta collaborazione tra Italia e Francia.

Il tutto è avvenuto  nella serata di sabato. I poliziotti ferraresi, insieme ai colleghi del capoluogo emiliano, lo hanno intercettato mentre camminava lungo via Bologna, a un passo dal centro storico della città estense. Lo hanno riconosciuto e immediatamente fermato. Insieme ad Anis c’era uno studente straniero, in regola coi documenti e ignaro di tutto. 

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Ai poliziotti il 25enne avrebbe fornito un nome falso, giurando di essere algerino. Un escamotage che però non è bastato a depistarli. Anis è stato così portato in questura e sottoposto a un lungo interrogatorio. In contemporanea sono stati svolti tutti gli accertamenti relativi alla sua identità.

La verità è venuta a galla solo a notte fonda: il fratello dell’attentatore di Marsiglia si nascondeva proprio nella tranquilla Ferrara. Da quanto tempo? Al momento è un rebus. Così come non è dato sapere dove alloggiasse e chi avesse incontrato durante il soggiorno

I legami con l’Italia dei fratelli Hanachi sono noti. Ahmed aveva vissuto per un periodo ad Aprilia. La sua ultima volta nel nostro Paese risale al 16 marzo, quando ha depositato alle Poste il kit per il rinnovo del permesso di soggiorno.

Anis, a quanto trapela, sarebbe approdato sulle nostre coste nel 2014, ma sarebbe stato subito respinto alla frontiera. La sua presenza sul nostro territorio, per ora, è avvolta da un alone di mistero. Cos’era Ferrara per il presunto terrorista? Un rifugio sicuro nel quale attendere che le acque si calmassero? O forse un quartier generale defilato e ovattato nel quale partorire nuovi progetti di morte?

AGGIORNAMENTO - "Allo stato non c'è stata nessuna collaborazione da parte dell'arrestato a Ferrara". È quanto sostengono gli inquirenti italiani che indagano sui contatti tra l'attentatore di Marsiglia e i familiari in Italia.