Ferrara, morì contro un platano a 21 anni. "Serviva il guardrail", Tagliani indagato

Quattro indagati per omicidio colposo tra i vertici della Provincia. La procura chiede di archiviare, ma la famiglia di Davide Nordi si oppone

L’auto devastata dopo lo schianto (foto archivio)

L’auto devastata dopo lo schianto (foto archivio)

Ferrara, 14 novembre 2017 - La Bmw 320 che sbanda e finisce contro un platano e il conducente, 21 anni, che muore sul colpo. Era il 18 settembre dello scorso quando, su quella macchina, perse la vita Davide Nordi lungo via del Mare a Massa Fiscaglia. Ma su quella tragedia ancora oggi manca la parola fine.

C’è un’inchiesta per omicidio colposo che vede chiamata in causa la Provincia, quale ente gestore della strada, con quattro persone ancora iscritte: il presidente della Provincia (e sindaco di Ferrara) Tiziano Tagliani, il dirigente del settore Lavori pubblici Massimo Mastella, il responsabilità della viabilità del Basso ferrarese Michele Tassoni e l’ingegnere dell’ente responsabile di segnaletica e cartellonistica Lorenzo Pavarin.

Un’inchiesta che la procura (prima il pm Barbara Cavallo poi Ciro Alberto Savino) ha già chiesto di archiviare due volte, entrambe però respinte dalla famiglia Nordi la quale, nei giorni scorsi, ha strappato la fissazione della nuova udienza dove si discuterà l’opposizione. «Il tecnico della procura – spiega l’avvocato Marco Tomasi per i genitori e la sorella di Davide – spiegò che se su quella strada vi fosse stato un guardrail, probabilmente l’auto sarebbe stata sbalzata sulla carreggiata e il ragazzo si sarebbe salvato».

Il 26 novembre 2016 da via Mentessi viene però chiesta una prima archiviazione, notificata al legale a gennaio. La seconda è datata 28 agosto e questa volta la procura sostiene che la responsabilità sarebbe tutta da attribuire al ragazzo colpevole di viaggiare senza cinture di sicurezza e nulla, invece, in capo all’ente provinciale.

Nuova opposizione nella quale l’elemento di novità evidenziato sarebbe rappresentato da due testimoni – un vigile del fuoco e un sanitario – secondo i quali, spiega l’avvocato Tomasi, «hanno slacciato la cintura a Davide prima di estrarlo dall’abitacolo». Non solo. Il legale ora chiede al tribunale una perizia tecnica che valuti l’oggettiva pericolosità della via del Mare, attorniata dai platani, «e nel caso positivo, allora esisterebbe una chiara responsabilità della Provincia». La discussione davanti al gip Piera Tassoni è fissata per il 12 aprile.