Strage di Rouen e musulmani in chiesa, parla il vescovo Negri

Il messaggio del prelato: «La confusione tra le fedi non è dialogo»

L’arcivescovo Luigi Negri

L’arcivescovo Luigi Negri

Ferrara, 18 agosto 2016 - Il dialogo non è confusione né sovrapposizione delle fedi. L’arcivescovo di Ferrara, Comacchio e Pomposa Luigi Negri riflette sul tema del rapporto tra religioni a conclusione della celebrazione della Solennità della Beata Vergine Assunta dell’anno 2016. «Mi sembra fondamentale fare qualche breve precisazione – introduce Negri –. È certamente importante che in un tempo così delicato come quello che stiamo vivendo, si attivino tutte le possibilità di dialogo e di incontro per favorire la reciproca conoscenza tra gli appartenenti alle diverse religioni. Sono infatti sinceramente convinto che la conoscenza attraverso il dialogo possa favorire un clima sociale migliore».

Conoscenza non significa abbandono della propria autonomia. «Credo altresì che le iniziative intraprese nelle celebrazioni eucaristiche delle scorse domeniche – da inquadrarsi nel momento drammatico dell’uccisione di padre Jacques Hamel, in cui i rappresentanti delle comunità islamiche hanno espresso vicinanza alle comunità cristiane – dopo aver raggiunto il loro obiettivo abbiano anche esaurito la loro funzione». Il riferimento dell’arcivescovo Negri è alla partecipazione di una delegazione di rappresentanti del centro di preghiera islamico di Ferrara alla messa celebrata nella chiesa di Mizzana domenica 31 luglio. «È infatti un bene – continua l’arcivescovo – che i cattolici possano ora vivere autonomamente la Santa Messa come è nella natura della celebrazione liturgica di questo sacramento, che non è stato istituito allo scopo di far dialogare le diverse religioni, ma per far partecipare i battezzati al mistero della passione, morte e risurrezione del Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio».

«Per la realizzazione del dialogo – prosegue Luigi Negri – sono disponibili adeguate forme di confronto e di reciproca comunicazione attingibili dalla multiforme ricchezza delle esperienze interreligiose già in atto nel mondo ecclesiale e non solo. In tal modo si eviterà la confusione e la sovrapposizione dei piani e delle finalità. Dialogare non è fare confusione, e di confusione non ne ha proprio bisogno – oggi meno che mai – il popolo che il Vescovo è chiamato a guidare, e in particolare tutta la nostra gente, che si è formata alla fonte dalla testimonianza delle tante generazioni che l’hanno preceduta».

«Sotto quest’ultimo aspetto – analizza l’uomo di fede – mi preme sottolineare un secondo elemento importante. In occasione di questa solennità della Madonna e dentro questa Cattedrale, sotto gli occhi della Beata Vergine delle Grazie, e in continuità con la fede ricevuta, che si è manifestata nei secoli in tanti luoghi di culto – e penso alla recente visita al Santuario di Czstochowa durante la GMG – noi non possiamo accettare che neanche per scherzo si possa parlare di Maria con un’accentuazione soltanto storica o storicistica. Non possiamo accettare di ridurre il mistero della Madre del Signore a realtà secondaria, che non toccherebbe la sostanza del dogma di Cristo. Chi riduce l’importanza del mistero della divina maternità della Vergine Maria attacca decisamente la sostanza della fede. E così sia». La riflessione dell’arcivescovo Negri porta a galla elementi di dibattito che troppo spesso vengono occultati dalla confusione tra rispetto e perdita di autonomia.