Omicidio a Valencia, Guidarelli in aula. "Nego il consenso all’estradizione"

Aperta inchiesta anche a Ferrara. Avrebbe agito con un casco in testa

Eder Guidarelli, fermato a Ventimiglia dai carabinieri del nucleo investigativo. In alto, gli avvocati Forlani e Gallerani

Eder Guidarelli, fermato a Ventimiglia dai carabinieri del nucleo investigativo. In alto, gli avvocati Forlani e Gallerani

Ferrara, 6 luglio 2017 - "Non acconsento alla consegna allo Stato richiedente». Si è opposto all’estradizione Eder Guidarelli Mattioli, il 32enne arrestato a Ventimiglia domenica con l’accusa di aver ucciso l’ex amico e coetaneo Marcello Cenci. Un’ora di udienza, quella di ieri mattina, davanti al consigliere delegato Vittore Ferraro della III sezione estradizioni e consegne della Corte d’Appello di Genova, al procuratore generale Ienuzza Cavadini, e ai sui avvocati, Eugenio Gallerani e Giacomo Forlani. Nessuna parola sui fatti che gli vengono contestati nella notte di sabato quando, dopo aver atteso Cenci sotto l’appartamento di Valencia, lo avrebbe strangolato con un laccio.

«Non ho nulla da dichiarare», si è limitato a riferire in aula prima di scomparire nel furgoncino della Penitenziaria con direzione carcere di Imperia. Trentadue anni compiuti l’8 maggio, sangue brasiliano (è nato a Bahia), ma italiano e ferrarese a tutti gli effetti, un ordine di allontanamento da Cenci in Italia e un processo pendente per stalking, Guidarelli, scrive il giudice, è «stato visto da numerosi vicini a Valencia, nella proprietà di Cenci, prima del rinvenimento del cadavere». I testimoni avrebbero visto una persona con un casco da moto e in seguito avrebbero riconosciuto in lui Eder. Il 32enne avrebbe aspettato il ritorno dell’ex amico dal lavorro. Subito dopo l’omicidio, il giudice istruttore di Valencia aveva emesso un mandato di arresto europeo e, grazie al lavoro dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Ferrara e di Imperia, con la collaborazione di un legale, Guidarelli è stato fermato a Ventimiglia.

Nei documenti aveva addosso, è risultata la sua presenza a Valencia alle 10.47 del 2. Al termine dell’udienza, è stato convalidato l’arresto e applicata la custodia cautelare in carcere. «Se rimesso in libertà – chiude il tribunale ligure – si lascia presumere che si sottrarrebbe all’esecuzione della procedura di estradizione riparando all’estero o dandosi alla clandestinità». Il tribunale si è preso 60 giorni per esprimersi sulla questione estradizione. Prima di decidere il giudice attende l’invio di ulteriore documentazione dalla Spagna.

Non appena si avranno a disposizione tutti gli atti al momento stilati, verrà fissata un’altra udienza nel corso della quale si deciderà definitivamente se Guidarelli dovrà tornare in Spagna o se invece verrà processato a Ferrara. Dove, tra l’altro, il pubblico ministero Ciro Alberto Savino ha aperto un’inchiesta nei suoi confronti per omicidio. A deporre per il trasferimento del procedimento in Italia è anche il fatto che a Ferrara è già incardinato il processo per stalking per il quale Eder si stava preparando a patteggiare. «La mia idea – spiega l’avvocato Gallerani – è che tutto si svolgerà qui, a meno che la Spagna non lo rivendichi a tutti i costi».

Al momento, comunque, la situazione è ‘congelata’. Fino al pronunciamento sulla competenza riguardo al delitto, non sarebbe infatti possibile compiere ulteriori atti giudiziari. Guidarelli attende il responso dalla sua cella del carcere di Imperia. È preoccupato per il suo impiego al Petrolchimico e chiede come debba comportarsi con i suoi datori di lavoro. Quasi non si rendesse conto del guaio in cui è finito. «Ho trovato un ragazzo non completamente consapevole del tipo di situazione in cui si trova – conferma l’avvocato Gallerani a udienza ormai conclusa –. E questo mi ha colpito».