Omicidio di Fossanova, "Tosi è morto dissanguato"

Roberto Tosi Savonuzzi è morto per "shock ipovolemico su base metamorragica": ecco le conclusioni delle trenta pagine di consulenza medico legale

I rilievi dell'omicidio

I rilievi dell'omicidio

Ferrara, 27 settembre 2016 - Roberto Tosi Savonuzzi è morto per «shock ipovolemico su base metamorragica». Dissanguato. Dopo essere stato raggiunto da due colpi con «due distinti fori di entrata», esplosi da una pistola calibro 6.35, con altrettanti «tramiti» e «in assenza di fori di uscita». Da una distanza di «almeno 40 centimetri». Eccole le conclusioni delle trenta pagine di consulenza medico legale firmate da Rosa Maria Gaudio e Lorenzo Marinelli, incaricati dal pm Stefano Longhi di stabilire mezzi e modalità della morte di Roberto Tosi Savonuzzi, ucciso la mattina del 24 luglio a Fossanova san Marco dal reo confesso Simone Bertocchi.

Movente. Sono le 8.15, domenica: Bertocchi e l’amico William Biancucci (indagato per concorso in omicidio ma verso l’archiviazione, ndr) sono in via Ravenna 277 per un sopralluogo nell’abitazione di Tosi Savonuzzi per via di lavori di manutenzione a un terrazzo. Lui ancora dorme, si fermano allora dal dirimpettaio, Vittorio Chiccoli, proprietario dell’intero stabile e zio della fidanzata di Bertocchi. Il tempo di una sigaretta, quattro chiacchiere e via nella porta accanto. Tra Bertocchi e la sua futura vittima non corre buon sangue, «gonfiava le spese per i lavori che diceva di dover fare, facendo pagare un importo eccessivo», spiegò il primo agli inquirenti. Dopo il giro dell’abitazione, i due rimangono soli nel cortile. Nasce un litigio, Bertocchi teme che Tosi lo voglia uccidere così estrane la piccola pistola che portava in tasca e fa fuoco.

Due proiettili. «Due colpi – scrivono i medici legali – a proiettile singolo, entrambi esplosi a distanza di almeno 40 centimetri che hanno causato la duplice ferita». Il primo, letale, colpisce Tosi Savonuzzi alla schiena, «con foro d’ingresso in sede dorsale, parte sinistra». Era in piedi, stava camminando verso il garage dove, secondo il killer, teneva le armi con le quali, in passato, lo aveva minacciato. Il tragitto della prima ogiva «interessa le inserzioni toraciche dei fasci muscolari del trapezio sinistro», andando a lambire polmone e diaframma e provocando la rottura di vasi sanguigni e conseguente emorragia. Il secondo proiettile, invece, lo colpisce sul fianco sinistro, proprio mentre il tronco ruota, «provocando lesioni multiple a carico di viscere addominali».

Confessione. « Il secondo colpo? – dirà Bertocchi al pm – Era ancora in piedi quando gli ho sparato. Si è girato e gli ho sparato di f ronte, praticamente all’altezza dell’addome. Poi è accorsa la moglie e lì è partito l’altro colpo, non so dove ha preso...».