Omicidio Tartari, nel mirino Rosy e zia Agata

Iscrizione al registro degli indagati a un passo per la mamma di Ruszo

Il pm Carlo Alberto Savino

Il pm Carlo Alberto Savino

Ferrara, 19 febbraio 2017 - Chiuso il filone principale se ne apre un altro. La ‘coda’ dell’inchiesta sull’omicidio di Pier Luigi Tartari potrebbe infatti travolgere due personaggi tanto discussi quanto finora estranei a ogni tipo di indagine: Ruzena Sivakowa, mamma Rosy, badante dei vicini di Tartari e madre di Patrick Ruszo, uno dei due condannati per il delitto e la zia di quest’ultimo, Agata Farkasova. Il loro comportamento durante il processo, le cose dette e (soprattutto) quelle non dette, potrebbero infatti farle finire sotto inchiesta. Sebbene la Corte d’Assise non abbia disposto l’invio degli atti in procura in merito alle loro deposizioni, il pubblico ministero Ciro Alberto Savino potrebbe decidere di agire di iniziativa, almeno per due reati.

Il primo è la ricettazione e riguarderebbe mamma Rosy. A farla finire nei guai (per la prima volta dall’inizio di tutta questa storia, nonostante il capo della banda l’avesse identificata come «basista») potrebbe essere quel televisore rubato alla clinica ‘Quisisana’ da Ivan Pajdek e trovato sotto il suo letto. Il secondo è la falsa testimonianza per le dichiarazioni di Farkasova. La donna infatti, in udienza ha capovolto completamente la versione dei fatti raccontata all’epoca alla polizia di Stato. Davanti alla Corte, la donna ha detto di aver scoperto del coinvolgimento del nipote Patrick solo dopo il suo arresto. Agli uomini della squadra mobile aveva invece confessato di averlo saputo sin dall’inizio.

Al momento, va chiarito, le due donne non sono ancora tecnicamente indagate. Nel dispositivo della sentenza non compare un passaggio relativo all’invio degli atti in procura per mamma Rosy e zia Agata. Ma, come trapela da ambienti inquirenti, lo sbocco naturale di quei fatti è l’iscrizione nel registro degli indagati delle due donne, la prima per ricettazione, la seconda per falsa testimonianza. Altro paio di maniche (e altra possibile fonte di guai) è la deposizione di mamma Rosy in aula. Le sue evidenti contraddizioni hanno suscitato l’ira del presidente Alessandro Rizzieri («Lei ci sta prendendo in giro») e ora potrebbero costarle caro. In tribunale la donna ha negato di essere a conoscenza del coinvolgimento del figlio nei fatti di Aguscello, ma le intercettazioni telefoniche (di fronte alle quali è stata messa dall’avvocato di parte civile, Eugenio Gallerani) raccontano una verità completamente diversa. Tutti nodi che ben presto verranno al pettine. Ma prima di vedere un passo avanti in questo senso, è necessario aspettare le motivazioni della sentenza. È infatti proprio sulla base delle valutazioni della Corte su quei passaggi processuali che la procura dovrà decidere se prendere provvedimenti nei confronti delle due donne e come calibrarli.