Assassinio di Valencia, dura lettera del fratello della vittima. "Non sarò ai funerali"

Giulio Cenci: "C’è chi sapeva dei propositi di Eder Guidarelli e si è girato dall’altra parte"

Marcello Cenci, ucciso a Valencia (foto da Facebook)

Marcello Cenci, ucciso a Valencia (foto da Facebook)

Ferrara, 22 luglio 2017 - La società ha regole e convenzioni. Ci dicono tutto: come dobbiamo vivere, cosa dobbiamo fare, come ci si comporta in ogni situazione. Le regole e convenzioni dicono anche come ci si deve sentire quando muore un fratello e che necessariamente si deve andare al suo funerale. Marcello però non c’è più, nè qualunque cosa io possa fare o dire potrà ridarmelo, quindi non ho nessuna intenzione di rispettare le ‘vuote regole’ che altri hanno scritto per me e, in conseguenza, non sarò al suo funerale. È l’amore che mi legava a mio fratello che mi ha dato la forza di collaborare con le autorità perché sia assicurato alla giustizia il suo carnefice e non mi sono nemmeno sottratto quando è toccato a me l’ingrato compito di riconoscere la salma, già martoriata dalla autopsia spagnola.

Adesso però dico di no: non voglio sottopormi a quella che sento essere solo una vuota convenzione, che sarà certamente un sacramento per i credenti ma rappresenterà, per i più, una ‘sfilata’ alla quale probabilmente parteciperanno anche molte persone che sapevano quali erano i propositi di Eder e, ciononostante, si sono girati dall’altra parte per non vedere. Una vuota manifestazione per salutare un ragazzo morto che, per tanti versi, si è pubblicamente ignorato quando era vivo. Ed allora, in definitiva, è meglio se mi fermo qui e mi limito a ricordare Marcello com’era, da ultimo quando venne in Italia per conoscere Romeo, mio figlio appena nato, e successivamente per accompagnarlo al battesimo da padrino. 

Ho parlato con lui e sono stato fiero di vedere un uomo, maturo e serio dirmi: fidatevi delle autorità. L’ho stimato per quanto fosse risoluto. Lui ha scelto. E se così è, allora vogliano le autorità fare giustizia, che sia di esempio a tutti. Altrimenti, parlare di regole e convenzioni altro non sarà che una vacua ipocrisia. Io mi fermo qui e provo a fare ciò che ciascun uomo dovrebbe almeno tentare di fare: perdono Eder. Lo perdono per la sua fredda lucidità nel pianificare gli eventi. Lo perdono per la cattiveria nel perseguitare Marcello, visto che sapeva che mio fratello è sempre stato educato al rifiuto della violenza. Lo perdono persino per non aver mai avuto il coraggio di guardare Marcello negli occhi, visto che lo ha sempre e solo aggredito alle spalle. Ho chiesto di partecipare personalmente alla autopsia italiana per accompagnarlo nel suo ultimo difficile viaggio, ma non mi è stato concesso. Ora chi deve fare... faccia. 

Giulio Cenci