Omicidio a Valencia, disperata la madre: "Abbiamo perso tutti"

Marcello era perseguitato da Eder Guidarelli. Le lacrime di mamma Gabriella: "Figlio mio, nessuno è riuscito a proteggerti"

Marcello Cenci era già stato picchiato in passato da Eder Guidarelli

Marcello Cenci era già stato picchiato in passato da Eder Guidarelli

Ferrara, 4 luglio 2017 - «Nessuno è riuscito a proteggere mio figlio. In questa storia abbiamo perso tutti e per via di un folle, oggi Marcello non c’è più». Non ha più lacrime da versare mamma Gabriella. Marcello, il suo secondogenito, l’aveva abbracciato il mese scorso quando era tornato da Valencia per il battesimo del nipotino e per sottoporsi ad una visita medica in previsione del prossimo processo ai danni di Eder Guidarelli, fissato il 4 ottobre.

Quando avete saputo la terribile notizia?

«Domenica sono arrivati i carabinieri a Cabernardi (Ancona), dove eravamo in ferie io e mio marito: il Consolato spagnolo ci stava cercando con urgenza. Poi abbiamo saputo che Eder l’aveva raggiunto in macchina a Valencia per ucciderlo».

Quando Marcello si era trasferito in Spagna?

«L’1 maggio dello scorso anno per cercare lavoro per i noti problemi di disoccupazione in Italia».

E il rapporto con Guidarelli?

«Erano amici un tempo, poi è scattata in Eder la gelosia. Secondo quest’ultimo, Marcello era stato con la sua ragazza».

Così sono cominciate le aggressioni...

«La prima il 26 agosto 2016 in corso del Popolo. Eder lo ha raggiunto, gli ha rotto naso e una costola. Ma di quel pestaggio Marcello non ce ne ha mai parlato, l’abbiamo saputo solo a settembre. Non voleva uscisse nulla e sistemare la cosa in silenzio».

Il secondo episodio?

«L’1 novembre a Valencia, di sera. Appena l’abbiamo saputo, siamo partiti per la Spagna: mio figlio aveva gravi ferite all’occhio, così è tornato in Italia per una serie di visite e doveva ripartire per Valencia il 27 dicembre».

Invece?

«Il giorno di Santo Stefano, Guidarelli l’ha aggredito sotto casa nostra. Sentivo mio figlio urlare mamma, mamma, aiutami. Mio marito è corso ad aiutarlo, io dalla finestra ho riconosciuto Eder che scappava. Marcello è rimasto ricoverato quattro giorni all’ospedale e ha subito 55 punti di sutura».

Eder è mai venuto in casa vostra?

«Sì, una volta. Chiedeva l’indirizzo spagnolo di Marcello perché, diceva, voleva andarlo a trovare con la sua ragazza. Non glielo abbiamo dato. Lui però è venuto a saperlo, non so come».

Una volta rubò il telefono di suo figlio, non è vero?

«Sì, e si fingeva lui per mandarci messaggi. Scriveva che non sapeva più l’indirizzo di casa in Spagna perché era stralunato e per questo lo chiedeva a noi. Poi mio figlio è riuscito a trovare un altro telefono e ci ha avvertiti immediatamente».

Ultimamente Marcello aveva paura?

«Non credo perché da un po’ di tempo la situazione si era tranquillizzata. Si stava rifacendo una vita, aveva trovato lavoro come barista, stava bene. Fino alla notte tra l’1 e il 2».

Cosa le hanno raccontato?

«Che lo hanno trovato sotto casa, strangolato. E che Eder affermerebbe di essere stato a colloquio con lui dalle 3 alle 4. Le autorità inquirenti ci hanno parlato di un mandato di arresto internazionale nei suoi confronti».

Suo figlio si poteva salvare?

«Nessuno è riuscito a proteggerlo e oggi tutti abbiamo perso».