Ferrara, palpeggia una ragazzina sul bus. Denunciato

La studentessa si rifugia al McDonald’s, l’amica chiama la polizia. Preso, ma il 25enne nigeriano resta libero

Una pattuglia della Polizia in piazza Trento Trieste (foto archivio Businesspress)

Una pattuglia della Polizia in piazza Trento Trieste (foto archivio Businesspress)

Ferrara, 11 ottobre 2017 - Le mani di lui sono i tentacoli che si insinuano nel corpo di lei. Lei ha appena14 anni. È una studentessa, ferrarese, che ieri mattina ha visto sederlesi accanto – sul bus numero 11 che dalla stazione porta in centro – un 25enne nigeriano che pochi minuti dopo sarà denunciato per violenza sessuale. Il viaggio nella paura, per la ragazzina, parte ieri mattina dalla stazione di Ferrara. Zainetto appoggiato sul grembo. Le dita accarezzano lo schermo del cellulare. La punta, come al solito, è al McDonald’s in piazza Trento Trieste. Con le amiche. Lei non può sapere che il 25enne che le si accomoda accanto è un uomo che ha deciso di accerchiare la sua intimità. Prima con gli occhi, poi con le mani.

Le dita del 25enne arrivano sulle gambe della studentessa e provano, come ragni, ad andare su e giù tessendo la tela della libidine. La ragazza ha paura. Tace. La richiesta di aiuto muore in gola. Si spegne nei tonfi del cuore che picchia come un martello. La salivazione si blocca. Manda un messaggio all’amica. Si alza dribblando i corpi indifferenti di adulti e coetanei che non si sono accorti di nulla. Suona il campanello per chiedere la fermata. Lui la segue, passo dopo passo, anche dopo la discesa dal mezzo.

L’amica attende in strada: l’sos le è arrivato, con il ‘tin’, sul telefonino. Le due si vedono e gli occhi di lui non mollano la preda. Il locale della piazza diventa il rifugio. Le amiche si infilano all’interno della tavola calda e trovano altre compagne di scuola. Fanno gruppo, una trincea di zainetti contro il nemico fuori dalla porta. Intanto una di loro chiama il 113.

Sul posto arrivano gli agenti delle volanti. Il nigeriano cerca di dileguarsi nel via vai della piazza nel primo mattino. La sua fuga dura poco. Il 25enne non può essere arrestato perché, per la legge, manca la flagranza di reato. Però può essere denunciato per violenza sessuale. Intanto i poliziotti hanno contatto i genitori della vittima che si precipitano dalla figlia.

L’uomo è libero, con una denuncia sul collo che pesa come un sacco da cento chili. È in regola con il permesso di soggiorno e adesso deve rispondere di violenza sessuale. La 14enne sale nella macchina dei genitori. Il clic della portiera che si chiude la separa dall’orrore. E dal ricordo di un viaggio verso la scuola che poteva sfociare nel delta delle storie più atroci.