Salvini: "Perego invita all’accoglienza dei migranti? Vorrei vederlo"

Il leader della Lega Nord commenta le parole del vescovo eletto di Ferrara: "Mi piacerebbe incontrare il monsignore per spiegargli le mie idee. Gli chiederò un appuntamento"

Matteo Salvini (foto Frascatore)

Matteo Salvini (foto Frascatore)

Ferrara, 3 maggio 2017 - «Monsignor Perego, direttore della Fondazione Migrantes (vescovi italiani), propone che ogni Comune ospiti qualche immigrato perché l’Italia ‘è un Paese che sta morendo, con più morti che nati, che può trovare un suo futuro in percorsi di meticciato’. Mah... Mi piacerebbe incontrare il monsignore, anzi gli chiederò un appuntamento per spiegargli le mie idee. Che dite, mi ascolterà?». Così il leader della Lega Nord Matteo Salvini su Facebook commenta le parole di monsignor Giancarlo Perego, direttore della fondazione Migrantes della Cei e nominato il 15 febbraio da papa Francesco nuovo arcivescovo di Ferrara-Comacchio (vi farà ingresso il 3 giugno, prendendo il posto di monsignor Negri), riguardo alle polemiche politiche di questi giorni contro le organizzazioni non governative che soccorrono i migranti nel Mediterraneo, accusate da più parti di essere in combutta con i trafficanti di esseri umani e gli scafisti.

Monsignor Perego aveva detto, infatti: «Sempre e in ogni occasione è giusto che la procura e la magistratura siano vigili e assumano conoscenze sulla situazione attuale nel Mediterraneo, perché i migranti non siano doppiamente vittime. Però il fuoco politico indistintamente sulle nove Ong che operano nel Mediterraneo per salvare le vite umane – di fronte alle morti che sono passate a oltre cinquemila nel 2016 rispetto alle tremila del 2015 – con risorse di fondazioni bancarie e di privati, della società civile, è stato un atto ipocrita e vergognoso. Sono troppi coloro che stiamo accogliendo – chiede Perego –? Centosettantacinquemila persone se accolte in maniera diffusa negli ottomila Comuni italiani, valorizzando percorsi personali di accompagnamento e di integrazione, utilizzando le risorse disponibili per un servizio nuovo e per figure che possono essere utili per creare e favorire dialogo e inserimento sociale sul territorio, credo sia un atto intelligente e di responsabilità».