Ferrara, coniugi uccisi a Pontelangorino. "L’omicidio è stato premeditato"

Lo sostiene la procura dei minori, che ha chiuso le indagini a carico di Riccardo Vincelli, 16 anni, e Manuel Sartori, 17 anni

Da sinistra, Riccardo Vincelli, 16 anni, e Manuel Sartori, 17 anni

Da sinistra, Riccardo Vincelli, 16 anni, e Manuel Sartori, 17 anni

Pontelangorino (Ferrara), 23 giugno 2017 - L'omicidio di Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni fu premeditato. Lo sostiene la procura dei minori, che in questi giorni ha chiuso le indagini sul duplice omicidio di Pontelangorino. Per la mattanza del 10 gennaio sono in cella Riccardo Vincelli, 16 anni, figlio minore della coppia e mente del delitto e Manuel Sartori, 17 anni, il braccio operativo. Inchiesta chiusa quindi, dopo cinque mesi di indagini, accertamenti, verifiche e analisi sulle decine e decine di reperti recuperati nella villetta dell’orrore.

L’atto di fine indagine è già firmato e ora è in via di notifica. Ieri mattina ai legali dei ragazzi non era ancora arrivato, ma, a quanto si apprende, sarebbe questione di ore. Il dettaglio più importante contenuto nell’atto vergato dal pubblico ministero Silvia Marzocchi è la premeditazione. Una aggravante che viene contestata sia a Vincelli che a Sartori, evidenziando quindi come il massacro fosse stato preparato e pianificato nei dettagli dai due amici.

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Un colpo pesante per le difese dei due adolescenti (gli avvocati Lorenzo Alberti Mangaroni Brancuti per Sartori e Gloria Bacca per Vincelli) che speravano di non dover fare i conti con questa contestazione. Le conclusioni alle quali è arrivata la procura dei minori di Bologna sono basate sugli accertamenti svolti sul passato dei due ragazzi. Al setaccio i racconti di amici e conoscenti, ma anche i messaggi che i due si sarebbero scambiati nei giorni immediatamente precedenti. Per le difese gli elementi per stabilire la pianificazione del delitto sarebbero stati deboli, ma per la procura le cose non starebbero così.

Ora che l’accusa ha scoperto le proprie carte, la palla passa alle difese che dovranno organizzarsi per cercare di smontare, per quanto possibile, le tesi del pm. I due ragazzi attendono gli sviluppi dalle loro celle. Riccardo si trova nel carcere minorile di Torino, mentre Manuel è al Pratello, a Bologna.

Il padre del giovane, Rudi, e il suo difensore, non più di una settimana fa hanno ribadito il pentimento del 17enne. «Manuel si è pentito. Lo vedo tutte le settimane e piange quando chiede notizie di amici e parenti. Se potesse tornare indietro non lo rifarebbe mai. Non fa che chiedere scusa a tutti» ha detto Rudi Sartori alle telecamere de ‘La vita in diretta’ su Raiuno.

Negli atti d’indagine rimangono però cristallizzati i fatti di quella maledetta notte. Manuel che entra nella camera da letto dei Vincelli con un’ascia in mano. I nove colpi, inferti con il retro dell’arma. Tre a Salvatore e sei a Nunzia. I sacchetti sul volto delle vittime, perché Riccardo non voleva vedere i suoi genitori privi di vita. Il maldestro tentativo di trascinare i cadaveri fuori dalla villetta (il piano originario prevedeva infatti di gettare i corpi in Po). La fuga a casa Sartori, la partita alla play station e poi il ritorno sul luogo del delitto. E infine, dopo estenuanti interrogatori, la più agghiacciante delle confessioni.