Ferrara, prete ubriaco e arrestato, la nota della Curia. "Contorni ancora poco chiari"

Il vescovo: "Siamo increduli, ma lui è una brava persona. Vicinanza al poliziotto ferito e alla sua famiglia"

Ferrara, prete ubriaco e arrestato, la nota della Curia. "Contorni ancora poco chiari"

Ferrara, prete ubriaco e arrestato, la nota della Curia. "Contorni ancora poco chiari"

Ferrara, 2 aprile 2017 - Un episodio dai contorni ancora poco chiari, per il quale l’arcidiocesi si dice «sorpresa». Ci hanno messo qualche ora i vertici della Chiesa ferrarese a metabolizzare quanto accaduto nella notte tra venerdì e sabato. L’arresto di un sacerdote ubriaco, il 43enne don Silvano Kapela Mukunda, ha lasciato tutti senza parole.

Solo nel pomeriggio, una volta ragionato l’accaduto e appresi gli esiti dell’udienza di convalida che si è conclusa all’ora di pranzo con la liberazione (con obbligo di firma) del don, dal palazzo arcivescovile sono arrivate le prime parole. Una nota stringata, pubblicata sul sito web del settimanale la Voce. Poche righe per circoscrivere il fattaccio e il suo protagonista e per manifestare solidarietà all’agente rimasto ferito nel tentativo del sacerdote di sfuggire al posto di blocco allestito in via Fabbri.

«Nell’apprendere l’episodio occorso la scorsa notte – si legge nel comunicato apparso sul portale del periodico cattolico –, le cui ragioni allo stato attuale risultano non chiare, l’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio esprime la propria sorpresa per l’accaduto». Fatte le premesse, la diocesi spende qualche parola su don Silvano che, a detta a di molti, non avrebbe di certo l’atteggiamento e i modi del tipo capace di simili colpi di testa. «Il sacerdote coinvolto – prosegue la breve nota – è conosciuto come persona attenta e ben voluta dalla comunità a cui appartiene, che è rimasta incredula da quanto appreso».

Una descrizione confermata da diverse fonti e che rende ancora più incredibile quanto successo l’altra notte. Poi la conclusione, con un pensiero a chi ha fatto le spese della ‘sbandata’ di don Silvano. «L’amministratore apostolico monsignor Luigi Negri, i sacerdoti e i fedeli si stringono intorno poliziotto coinvolto nella vicenda e alla sua famiglia con preghiere di pronta guarigione». Nulla di più. Ora, per i vertici dell’Arcidiocesi, è tempo di capire quali siano le ragioni profonde all’origine del gesto del cappellano di Villa Fulvia. Al momento la diocesi non ha preso alcun provvedimento nei suoi confronti. Troppo presto. Per oggi, in ogni caso, non celebrerà messa. Prima, sembra essere il sottinteso della curia, bisogna fare chiarezza.

E, dettaglio non secondario, aspettare i prossimi passaggi giudiziari. Ieri mattina, in tribunale, il giudice Carlo Negri ha convalidato l’arresto. Il sacerdote, come accennato, è stato rimesso in libertà con l’obbligo di firma. In aula, don Silvano ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Il suo difensore, l’avvocato Barbara Grandi, ha chiesto i termini a difesa per raccogliere tutti gli elementi necessari in vista del giudizio. L’udienza si è conclusa con la riserva del giudice. Bisognerà quindi attendere qualche giorno per gli sviluppi di una storia che ha lasciato a bocca aperta l’intera città.