«Profughi, mai considerata l’ipotesi San Camillo»

Il prefetto smentisce i boatos che hanno scatenato la manifestazione di protesta a Comacchio

PRESIDIO Consulta popolare e opposizioni consigliari davanti all’ex ospedale

PRESIDIO Consulta popolare e opposizioni consigliari davanti all’ex ospedale

Comacchio, 10 gennaio 2017 - UNA NOTIZIA infondata è bastata a far crescere la tensione sociale costruita intorno all’ormai trentennale questione dell’ex ospedale di Comacchio. Da una parte la Consulta Popolare per il San Camillo, i simpatizzanti e l’opposizione, dall’altra il sindaco Marco Fabbri e la sua Amministrazione. Nel mezzo, come una bomba a orologeria pronta a esplodere nel peggiore dei modi in questo brutto inizio di campagna elettorale, l’indiscrezione relativa all’arrivo dei richiedenti asilo al terzo piano della struttura sanitaria.

«HO APPRESO la notizia dai giornali – dice il prefetto Michele Tortora – stiamo parlando di una soluzione che il nostro ufficio non ha mai preso in considerazione». Parole che mettono in risalto una volta di più il cuore del problema, mandare in porto il progetto votato dal Consiglio comunale mesi fa: portare al terzo piano la pediatria di libera scelta, ambulatorio e neuropsichiatria infantile. Servizi al palo a causa della Consulta, ripete il sindaco. Servizi inutili, sostiene la Consulta, già presenti sul territorio, incapaci di cambiare lo stato della sanità comacchiese e per nulla incisivi sui percorsi di emergenza. Meglio sarebbe stato motivare con documenti alla mano, sostiene l’opposizione, il rifiuto di creare al terzo piano uno spazio per piccoli interventi gestito da privati convenzionati. Nella visione della Consulta si tratta di un’ipotesi percorribile ma cassata per motivi squisitamente politici. La soluzione, naufragata fin dal momento in cui il presidente della Provincia Tiziano Tagliani prospettò il ‘niet’ della Regione in una gremita sala del Consiglio comunale di Comacchio, sembrava a portata di San Camillo, ma soprattutto pareva il giusto percorso per contenere mobilità passiva, produrre risparmio per l’Ausl e trasformare l’ex ospedale in un punto di riferimento per gli interventi ambulatoriali. In sostanza nulla è cambiato. Il sindaco Fabbri ha annunciato una lettera al prefetto per ripristinare la legalità e mandare in porto il progetto sanitario sposato dalla sua amministrazione. «Non ho visto alcuna lettera – dice il dottor Tortora - in ogni caso dovremo aspettare una decisione dell’Ausl, che è il dominus della situazione. Certo i problemi di ordine pubblico potrebbero esserci, ma se ci viene richiesto un intervento lo faremo». Niente profughi dunque, tanto più in questo momento in cui le cattive condizioni meteo, ricorda il prefetto, inibiscono gli sbarchi sulle nostre coste.

Monica Forti