Prostitute in rivolta: "Con le multe ai clienti non viviamo più"

Protesta contro il nuovo regolamento di polizia urbana

Prostitute (foto d’archivio)

Prostitute (foto d’archivio)

Ferrara, 12 marzo 2017 - Quello che per qualcuno è degrado per altri è vita. Il pugno duro sulla prostituzione previsto dal nuovo regolamento di polizia urbana ha scatenato una piccola insurrezione tra quelle persone che il marciapiede lo hanno scelto come mestiere. A farsi portavoce di questo gruppo di prostitute è Celeste Merlante (foto al centro), transessuale di origine veneta ma ferrarese di adozione. La sua bocciatura delle nuove norme (che domani approderanno in consiglio comunale), è senza appello.

Celeste, perché avete deciso di far sentire la vostra voce?

«Perché, per l’ennesima volta, questa amministrazione ha deluso».

In che termini?

«Perché con tutti i problemi che ha questa città, se la prendono con persone che cercano soltanto di guadagnarsi da vivere».

Per molti prostituzione è sinonimo di degrado e malavita.

«Noi non abbiamo il protettore. Abbiamo le nostre macchine e non creiamo problemi. Con le multe ai clienti saremmo soltanto noi a rimetterci, non certo chi sfrutta veramente la prostituzione».

Intende dire che il nuovo regolamento non è altro che uno ‘spostamento’ del problema?

«Ma certo. Vogliono solo far vedere che stanno facendo qualcosa. Vuoi veramente combattere lo sfruttamento della prostituzione? Non devi certo venire in strada. Non siamo a Milano o a Roma».

Dove colpire quindi?

«Negli appartamenti. In città è pieno. Ma su quel fronte si fa poco o nulla».

Il vostro è un mondo che spesso rimane nascosto. Non se ne parla e, tante volte, si fa finta di non vedervi. Chi siete veramente?

«Siamo donne e ragazze che cercano di portare a casa il pane. C’è chi ha perso la famiglia nel suo Paese e ora deve crescere i figli da sola. Chi ha un mutuo da pagare. E, mi creda, i guadagni non sono più quelli di una volta».

Anche il mestiere più antico del mondo risente della crisi?

«Certo. E con le multe ai clienti andrà ancora peggio. Così non si va a colpire il racket. A rimetterci, saremo solo noi».

Chi sono i vostri clienti?

«Ferraresi soprattutto, e di tutte le età. Dallo studente universitario fino al professionista distinto. Non mancano poi politici e sportivi, anche da fuori provincia».

Da quanto tempo è sulla strada?

«Da otto anni. Ero perito tessile nel mio paese di origine, in provincia di Venezia. Avevo un lavoro in un’azienda di abbigliamento. Poi ho avuto una relazione col figlio del titolare. Quando la cosa è venuta fuori, è successo un putiferio. Ho dovuto fare le valigie».

Tornando al problema principale, lei e le sue colleghe avete delle proposte?

«No, nessuna. Dico soltanto che la criminalità non siamo noi. Io la notte la vivo. Percepisco lo spaccio e vedo i balordi che ci sono in giro. È lì il vero problema».

Cosa è per lei il suo lavoro?

«Mi ha reso una persona indipendente. Se ora me lo tolgono dovrò andare a bussare alle porte del Comune per tirare avanti».