Prostituzione a Ferrara, giro di vite: "Multe ai clienti in tutta la città"

Il nuovo regolamento di polizia urbana: nel mirino alcol e degrado

Prostituzione in zona Palazzo degli specchi (foto archivio Businesspress)

Prostituzione in zona Palazzo degli specchi (foto archivio Businesspress)

Ferrara, 2 marzo 2017 - Un giro di vite contro la prostituzione. E l’obbligo di essere buoni samaritani con le persone in difficoltà. Il nuovo Regolamento comunale di polizia urbana, che oggi approda in commissione consiliare, allarga le maglie del contrasto e della solidarietà. Verrà infatti esteso a tutta la città il divieto – e le relative sanzioni – di intrattenersi con le prostitute in luoghi pubblici e sulle strade. «Il provvedimento, adottato sperimentalmente e per un periodo temporaneo nella zona Gad – spiega l’assessore alla Sicurezza Aldo Modonesi – assumerà carattere sistematico. I clienti delle prostitute verranno individuati e multati, sempre e ovunque». La sanzione indicata nella bozza di regolamento è di 400 euro; l’aspetto saliente, tuttavia, è rappresentato dal fatto che non si tratterà più di un’ordinanza limitata nel tempo e delimitata ad una singola area della città. «Ci siamo resi conto, agendo nel quartiere Giardino, che alle prostitute ed ai loro clienti bastava spostarsi di poche centinaia di metri, sino a via Bologna», aggiunge Modonesi. Di qui l’inserimento dell’articolo 41 nel nuovo Regolamento, che parla specificamente di «divieto di accordarsi per ricevere prestazioni sessuali a pagamento, colloquiando con persone che, per atteggiamento e abbigliamento indecoroso o indecente rispetto al luogo, siano manifestamente dedite alla prostituzione».

Il linguaggio utilizzato è volutamente privo di pruderie, tuttavia l’assessore garantisce «la determinazione di incidere in modo significativo sul fenomeno»; così come per l’abuso e la somministrazione irregolare di sostanze alcoliche, altro spunto di novità del Regolamento. Anche in questo caso, si passa dall’episodicità delle ordinanze del sindaco ad una disciplina più puntuale, con la quale si potrà intervenire sistematicamente, e con maggior vigore (in caso di violazione), su singoli locali, ma al tempo stesso adottare provvedimenti estesi a interi quartieri.

Non solo questi gli unici elementi innovativi di un mini ‘codice’ fatto di 54 articoli, nei quali alla Polizia Municipale – ma anche al personale comunale più in generale – vengono assegnati anche compiti nuovi. L’articolo 42 parla infatti di «dovere di intervento» per i vigili urbani, ma anche per il personale dell’amministrazione, per soccorso e assistenza a persone in condizione di grave difficoltà, abbandono o indigenza. Il successivo 54 promuove invece la «mediazione sociale», assegnando anche in questo caso un ruolo diretto alla Polizia Municipale. Quello di porsi da mediatore (o più garbatamente, di paciere) in caso di controversie e conflitti privati. «Un modo per risolvere tante piccole liti che vengono segnalate ai nostri uffici – conclude Modonesi –, disinnescando qualche tensione e riducendo il ricorso agli organi giudiziari».