Ferrara, rapina in casa. "Me li sono trovati davanti, ora ho il terrore che ritornino"

Parla l’anziana rapinata da tre malviventi nella sua casa di Gallo: "Uno era gentile, gli altri due terribili"

Venusta Ori, 80 anni, è stata rapinata assieme al marito

Venusta Ori, 80 anni, è stata rapinata assieme al marito

Ferrara, 19 gennaio 2018 - «Ho avuto tanta paura e ne ho ancora. È una cosa che non auguro a nessuno». Venusta Ori, 80 anni, ricorda i minimi dettagli della rapina subita nel pomeriggio di lunedì. Sta in piedi nel cortile di casa sua, in via Ponte di Ferro, in mezzo alle campagne tra Gallo e Montalbano. Tutto intorno, le sue galline e un cancello di metallo a dividere la quiete della sua abitazione dalla strada. Una tranquillità violata alle 18.45 di un giorno qualunque da una banda di rapinatori incappucciati. Una gang che non può che far tornare alla mente la banda di Ivan Pajdek e di Igor il russo (alias Norbert Feher) e il terrore seminato in tutta la provincia nell’estate del 2015.

Venusta, in quanti erano?

«Tre. O almeno io ne ho visti tre. Poi non so se ce ne fossero altri con loro».

Erano italiani?

«Uno parlava bene l’italiano ed era cordiale. Gli altri due no. Ma erano a volto coperto. Vedevo solo gli occhi».

Che cosa stava facendo quando sono entrati?

«Guardavo la televisione. Ho sentito un rumore arrivare dal piano di sopra e mi sono chiesta cosa fosse successo».

Come sono entrati?

«Dal terrazzo. Hanno preso una scala dal magazzino e hanno sfondato un vetro, forse con un bastone».

Poi lei ha chiuso a chiave una porta che separa i due piani, giusto?

«Giusto. Appena ho visto le gambe scendere dalle scale ho chiuso la porta. Ma con un calcio l’hanno sfondata».

Come si sono comportati con lei?

«Uno di loro parlava in italiano. Era gentile. Mi ha sempre dato del lei. Mi ha detto di sedermi sul divano che non mi sarebbe successo nulla. Ma mi ha anche detto che se non gli davo i soldi mi avrebbero picchiata».

E gli altri come erano?

«Cattivi. Urlavano e buttavano tutto all’aria. Salivano sulle sedie per guardare sopra gli armadi. Erano agili come scimmie».

Lei ovviamente ha ubbidito.

«Non potevo fare altro. Avevo paura che ci torturassero e temevo per mio marito che è malato».

Quanto è durato?

«Tanto. E prima di andare via ci hanno detto di aspettare a chiamare la polizia altrimenti sarebbero tornati e ci avrebbero bruciato la casa».

Ora ha paura?

«Sì, anche ieri (mercoledì, ndr) è venuto il dottore a visitarmi. È una brutta situazione. Fino a pochi anni fa non era così. Penso che forse dovrei avvicinarmi ai miei figli».

Era già stata derubata altre volte?

«Sì, una decina di volte. Ma si è sempre trattato di un paio di polli o di qualche salame. Mai una cosa del genere. Sa cosa penso».

Dica.

«Che secondo me qualche volta sono venuti a rubare galline e cibo anche per Igor, (Norbert Feher, il pluriomicida serbo catturato il 15 dicembre in Spagna, ndr). Lui girava anche da queste parti».

di Federico Malavasi