Negoziante picchiato e rapinato in zona Gad

Due balordi sono entrati, gli hanno dato un pugno in testa e hanno portato via due birre. L’esasperazione della vittima

Negoziante picchiato e rapinato in zona Gad (Businesspress)

Negoziante picchiato e rapinato in zona Gad (Businesspress)

Ferrara, 12 settembre 2016 – Piange più di rabbia che di paura Mahamudul Royal, 36 anni bangladese, rapinato ieri per la seconda volta in sette mesi, nel suo negozio di viale Cavour 226, il ‘Royal’.

«Sono entrati in due, attorno alle 18 – racconta con la voce ancora alterata –, non hanno detto una parola: uno mi ha dato un pugno in testa così forte che non riuscivo più a parlare e hanno portato via due birre dallo scaffale. Ma la mia vita vale così poco? Solo due birre?».

Se lo chiede e continua a ripeterlo mentre invoca sicurezza per chi, «come me da 18 anni in Italia, lavora alla luce del sole. In regola con il negozio e in regola con il permesso di soggiorno. Sempre».

Mentre l’uomo usciva con le birre in mano e si allontanava in biciletta, il negoziante gli ha scattato una foto con il telefonino, anche se l’ha ritratto di spalle e forse l’immagine non sarà di aiuto ai carabinieri che ieri l’hanno raggiunto in negozio per i primi rilievi.

La rapina di ieri è la faccia violenta della zona Gad, cui purtroppo siamo abituati.

É il volto ancora sconosciuto di due balordi, forse già abbondantemente bevuti, che per due birre picchiano con disprezzo e selvaggiamente un uomo.

«In questa zona la situazione è diventata invivibile – aggiunge Mahamudul, un passato da cuoco e sacrificio dopo sacrificio un presente da piccolo negoziante –. Per tutti, per chi ci vive e per chi ci lavora. A febbraio hanno accoltellato me e mio fartello. Erano in sei, ci hanno minacciato e hanno portato via 350 euro». Ma la rabbia di Mahamudul, allora come oggi, l’ha spinto a rincorrere i rapinatori, a fermarne uno e a consegnarlo alla polizia.

«Sì, è vero, ma non è cambiato niente da sette mesi fa: sono tornati e hanno preso le birre come se fosse il frigorifero di casa loro; sono scoraggiato, sto pensando di chiudere tutto e di andare via, ma poi penso ai sacrifici che ho fatto e...». E rimane in negozio, rischiando altre rapine, altre coltellate, altri pugni in testa.