Riti voodoo per farle prostituire, fermato sfruttatore di 36 anni

L’uomo ha fatto arrivare coi barconi tre ragazze dalla Nigeria

Una prostituta (foto d’archivio)

Una prostituta (foto d’archivio)

Ferrara, 12 febbraio 2017 - Erano state convinte ad attraversare prima il deserto e poi il Mediterraneo. In tasca, la promessa di un lavoro e di una vita felice, lontano dalle privazione patite in patria. Ma quello che le aspettava, in realtà, era ben diverso. Le giovani vittime (almeno una delle quali ritenuta minorenne) sarebbero infatti state obbligate a prostituirsi sulle nostre strade. Il tutto sotto la minaccia di un rituale voodoo, a causa del quale – come gli era stato detto – sarebbero state vittime di disgrazie o addirittura morte nel caso non avessero ubbidito agli ordini dei loro aguzzini. Una vera e propria tratta di donne, insomma, che dipanava i suoi tentacoli dalla Nigeria a Ferrara, passando per la Libia. Il traffico di essere umani è stato ‘decapitato’ nei giorni scorsi, al culmine di un’inchiesta avviata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Catania e portata a termine dalla polizia di Stato di Ferrara. L’operazione si è conclusa con il fermo di un nigeriano di 36 anni, residente in città. L’uomo, regolare sul territorio con diritto alla protezione sussidiaria, avrebbe messo in piedi il traffico di esseri umani con la complicità della compagna, una connazionale di 22 anni, anche lei domiciliata a Ferrara e ora indagata per gli stessi reati.

Tutto comincia nel giugno del 2015. Il lavoro degli inquirenti parte dalla segnalazione di una delle ragazze che si allontana dai suoi aguzzini e sporge denuncia a Catania. Gli investigatori si mettono al lavoro e ricostruiscono la storia della giovane e di altre due connazionali. Gli indagati le avrebbero convinte a lasciare la Nigeria con la promessa di un lavoro onesto e di una vita dignitosa. Un sogno che le ha spinte a lasciare tutto e partire, affrontando un viaggio della speranza tra il deserto e il mare. Il miraggio di una vita migliore si è però infranto contro le reali intenzioni del 36enne e della compagna. Le ragazze, in una situazione di totale vulnerabilità rispetto ai due indagati, sarebbero infatti state costrette a prostituirsi e a consegnare i proventi ai due presunti sfruttatori. Questi, per rafforzare la loro influenza psicologica sulle connazionali, le avrebbero sottoposte a un rituale voodoo. Una sorta di ‘incantesimo’ tradizionale che, a loro dire, gli avrebbe rovinato la vita o peggio se non avessero tenuto fede ai loro obblighi. Tra le accuse formulate nei confronti della coppia figura anche l’aver costretto – con la complicità di altri soggetti tra Nigeria e Libia – le tre giovanissime a un viaggio denso di pericoli. Prima attraverso il deserto fino alla Libia, dove i trafficanti di uomini le avrebbero segregate e costrette ad avere rapporti sessuali con la violenza o sotto la minaccia delle armi. Poi in mare, stipate su barconi zeppi di migranti e a rischio naufragio.

L’indagine della Dda ha dato i suoi frutti mercoledì sera, quando gli agenti della polizia di Stato hanno individuato il 36enne e lo hanno catturato. Ieri mattina si è svolta l’udienza di convalida davanti al giudice Piera Tassoni. Per il nigeriano (assistito dall’avvocato Simona Maggiolini), dopo la convalida del fermo, è stata disposta la custodia cautelare in carcere.