Si sblocca l’impasse San Camillo

Via libera ai pediatri in attesa della chirurgia ambulatoriale. Il prefetto dà l’ok al trasloco delle attrezzature dalla Casa della salute all’ospedale del Delta

CAMILLO-D_WEB

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Comacchio, 22 febbraio 2017 – Fumata bianca per il San Camillo.

La pediatria di gruppo entrerà nella struttura in tre mesi e lo studio di fattibilità per la chiururgia a bassa soglia sarà consegnato alla fine di marzo.

Cosa fatta capo ha. Al termine dell’incontro tra Ausl, sindaco Marco Fabbri e la delegazione del coordinamento di forze associative e politiche che si battono per l’ex ospedale, il prefetto Michele Tortora ha dato il via libera al trasloco delle attrezzature del terzo piano della struttura, che saranno ricollocate al Delta di Lagosanto.

«Entreranno solo i pediatri, il resto dei servizi per il momento resta congelato – dice Manrico Mezzogori, presidente della Consulta popolare per il San Camillo – una volta che lo studio di fattibilità della chirurgia ambulatoriale passerà il vaglio della Commissione territoriale sociosanitaria, si penserà al resto».

Soddisfazione da parte del sindaco Fabbri. «Abbiamo perso due anni di tempo – dice – ora speriamo di recuperare in breve anche Medicina del Lavoro e Veterinaria, che per noi sono indispensabili e hanno bisogno di trovare una collocazione logistica migliore»».

Il direttore del distretto sanitario sud est Gianni Serra e quello generale dell’Ausl, Claudio Vagnini hanno in programma di incontrare al più presto i cinque pediatri da alloggiare al terzo piano. «Abbiamo bisogno di svuotare e cablare le stanze – spiega Vagnini – i cinque medici garantiranno 12 ore di servizio. L’intenzione è quella di trasferire anche Medicina del Lavoro e Veterinaria con un risparmio annuale di decine di migliaia di euro, inevitabile conseguenza della parcellizzazione dei servizi».

Spostamenti complessivi che dovrebbero richiedere cinque mesi in tutto. «Nel frattempo il piano di fattibilità sarà presentato, si prevede di aumentare la chiururgia ambulatoriale della cataratta all’occhio», dice Vagnini. Le cose, ricorda il coordinamento per il San Camillo, devono essere tutte nero su bianco e monitorate dal prefetto, referente del coordinamento per il San Camillo. «Quanto alla chirurgia a bassa soglia, Vagnini stesso ne ha riconosciuto l’importanza – spiega Giovanni Gelli portavoce della delegazioni comacchiese – diventerebbe un punto di referimento per la provincia e permeterebbe di arginare la mobilità passiva, come stiamo ripetendo da tempo».

E se i sindaci della Ctss dovessero dire di ‘no’ nel timore di perdere per strada qualche pezzo di sanità locale? «Deve passare l’idea che la chirurgia ambulatoriale è un valore aggiunto per tutto il territorio, non c’è concorrenza ma beneficio comune».

Tutto bene quel che finisce bene dunque? «Laddove dovesse mancare la sintonia con l’Ausl – e di punti con i quali non ci si trova d’accordo ce ne sono – si interverrà nelle sedi opportune per rivedere la questione».

Monica Forti