Ferrara, spaccio in centro. "Situazione inaccettabile"

Le associazioni dei commercianti: "Adesso non abbandonateci"

Droga e spaccio (foto repertorio Germogli)

Droga e spaccio (foto repertorio Germogli)

Ferrara, 6 gennaio 2018 - Una situazione «preoccupante» e «inaccettabile». Soprattutto perché va a colpire una delle zone della città «a maggiore concentrazione di esercizi pubblici». Il nostro viaggio sulle vie dello spaccio all’ombra del duomo ha messo sul chi va là le associazioni di categoria di commercianti che, ad alcuni mesi dal primo focus sul problema, oggi tornano alla carica più agguerrite di prima. Ad aprire le danze è Matteo Musacci, numero uno di Fipe-Confcommercio, il cui esercizio si trova proprio all’angolo tra Porta Reno e Carlo Mayr. «Ogni sera quando esco dal lavoro chiamo le forze dell’ordine per segnalare gli spacciatori – sbotta –. Ormai sono mesi che diciamo che il problema c’è. Quanto uscito oggi (ieri, ndr) sulla stampa per noi è la normalità». E all’orizzonte, secondo Musacci, non sembra intravvedersi alcuno spiraglio di soluzione. «A fine ottobre Fipe e associazione ‘Mayr + Verdi’ hanno chiesto un incontro a questore e prefetto (all’epoca Antonio Sbordone e Michele Tortora, ndr) ma non c’è stata risposta. Qui bisogna fare qualcosa».

Davide Urban, direttore generale di Ascom, rincara la dose. «È un problema oggettivo che segnaliamo da tempo – osserva –. Speriamo non si tratti di un travaso delle problematiche del Gad. Chiediamo attenzione e cura per quest’area del centro, così come per le altre zone della città, con una particolare attenzione sia alle cause del fenomeno che alle origini del consumo». Secondo Alessandro Osti, direttore di Confesercenti, servirebbe «un presidio costante, magari con operazioni interforze. Il livello di organizzazione è cresciuto molto e va contrastato subito». Confesercenti si dice disponibile a mettere in campo tutte le armi a propria disposizione, a partire dal farsi portavoce delle denunce dei commercianti della zona. «Chi lavora in quelle vie può avere paura di ritorsioni da parte degli spacciatori – spiega –. Come associazione siamo pronti a raccogliere e dare voce alle loro denunce». Nicola Scolamacchia, presidente di Confesercenti, ribadisce la necessità di mettere in campo interventi «duraturi e continuativi, evitando di mollare la presa dopo dieci giorni».

Secondo il responsabile dell’associazione di categoria «è inutile fare un ragionamento di recupero di aree commerciali senza partire da un concetto base di sicurezza. Il commercio – prosegue – è una forma di presidio sociale importante e non vogliamo che ci siano quartieri che vengono dati per persi». L’imperativo, per Scolamacchia, è «non abituarsi a questa situazione. Mai rassegnarsi. Serve l’impegno di tutti per tenere alta l’allerta su questi fenomeni e non lasciarli sfuggire di mano».