Biblioteca Ariostea, condannato lo stalker vandalo

Andrea Rotunno bruciò e danneggiò il portone

L’ingresso della biblioteca dato alle fiamme

L’ingresso della biblioteca dato alle fiamme

Ferrara, 9 gennaio 2017 - Nell’estate 2015 diventò un vero pericolo sociale, tanto da costringere i responsabili a chiudere la biblioteca Ariostea, dopo che lui, Andrea Rotunno, 30enne, arrivò a bruciare e danneggiarne il portone. Era solo l’ultimo atto della sua persecuzione, dello stalking messo in atto prima, per mesi, su ragazze della Caritas prima e poi sul direttore della Biblioteca Ariostea, Enrico Spinelli, che si è costituito parte civile. Oggi, per Rotunno è arrivata la condanna per lo stalking e i danni di quell’estate, e il giudice Luca Marini lo ha condannato alla pena di 1 anno e 7 mesi, più o meno la pena richiesta dal pm Ciro Alberto Savino (2 anni).

Rotunno resterà agli arresti domiciliari in provincia di Ferrara, dove abita con i familiari, e potrà solo lasciare la sua casa per andare in Basilicata, a Policoro, dove è sottoposto da tempo a terapia psichiatrica. Si è chiuso così il processo sul vandalo-incendiario dell’Ariostea che lo stesso direttore Enrico Spinelli, costituito parte civile con l’avvocato Andrea Toschi mentre il Comune di Ferrara (risarcito per 15 mila euro) era parte civile con l’avvocato Stefano Scafidi, riassume così: «Ho difeso la biblioteca Ariostea in cui lavoro e le persone che hanno sempre collaborato con me per tutelare il pubblico ferrarese che si serve dei nostri servizi: c’era la ai necessità di prendere le distanze da una situazione di insicurezza e mancanza di tranquillità nella biblioteca Ariostea e così ho inteso rappresentare i valori della civiltà contro quelli della violenza». La vicenda scoppiò nell’estate 2015, quando iniziarono gli imbrattamenti con vernice e poi ci fu un tentato incendio del portone della biblioteca Ariostea. Erano solo gli atti visibili perché, Rotunno, si scoprirà poi, aveva iniziato con minacce e pedinamenti contro Spinelli che aveva la sola colpa di aver ripreso Rotunno sul lavoro (svolgeva servizio civile alla Ariostea). Da qui gli atti persecutori, personali, con il picco degli incendi e vandalismi al portone della biblioteca. Rotunno venne arrestato, e posto ai domiciliari a Matera, dove da casa, invece, continuava su Facebook e internet a inviare messaggi minacciosi sul profilo dell’ Ariostea e a Spinelli, atteggiamenti che lo portò poi in carcere. Da metà dicembre è ai domiciliari, dove resterà ancora.