Escort uccisa, a un passo la riapertura del caso dell'anziana morta

E' stato convalidato il fermo dell’omicida di Barbara Fontana. Per il gip può uccidere ancora

Gli investigatori dei carabinieri  a San Pietro in Casale

Gli investigatori dei carabinieri a San Pietro in Casale

Ferrara, 10 agosto 2016 - L’INCHIESTA sulla morte di Anna Visentini è a un passo dalla riapertura. Il caso fu archiviato come suicidio. Ma il fermo di Claudio Villani, l’assassino di Barbara Fontana, escort bolognese di 47 anni, ha aperto nuovi mondi. Il delitto di San Pietro in Casale ha spinto i carabinieri ad allargare il raggio delle indagini ad altri casi irrisolti del passato. Tra cui, diversi omicidi di prostitute rimasti senza un colpevole. Ma, soprattutto, al ritrovamento del corpo senza vita di Anna Visentini, 72enne di Codigoro. È questa infatti la vicenda su cui aleggia maggiormente l’ombra di Villani, pur essendo sempre rimasto fuori dall’inchiesta. Ora gli inquirenti vogliono capire se l’anziana, ritrovata completamente nuda nel Volano il 5 luglio di quattro anni fa a tre giorni dalla sua scomparsa, sia in realtà stata uccisa. Il corpo non presentava violenze e tutto si chiuse lì. Resta però un grande punto interrogativo.

VILLANI era infatti molto legato alla Visentini e al marito. Il 2 luglio del 2012, il 56enne avrebbe dovuto accompagnare l’anziana a Ferrara. Quel giorno però la donna scomparve nel nulla per poi essere ritrovata morta nel fiume. Lui ha sempre negato di averla incontrata quel giorno, spiegando di avere ricevuto una telefonata la sera prima per annullare l’appuntamento. Ma gli elementi che non tornano sono molti. Primo, perché la Visentini quella mattina ha ritirato la pensione (900 euro) in banca a Codigoro se la sua intenzione era quella di suicidarsi? Non solo. La telecamera della caserma di Massa Fiscaglia quel giorno ha ripreso una Ford Fiesta blu (stessa auto di Villani) con a bordo un uomo e una donna. Secondo i carabinieri, a bordo dell’utilitaria c’erano proprio la 72enne e il futuro killer di San Pietro in Casale. Ma tutto, come accennato, finì in archivio. Ma oggi, qualcosa si muove. Tra i carabinieri di Bologna (che stanno indagando sul delitto Fontana) e quelli di Comacchio ci sono stati già alcuni contatti. Ieri in laguna c’è stata una riunione tra investigatori. Si parla anche di un primo scambio di documentazione. A breve quindi il caso potrebbe essere riaperto. Gli inquirenti vogliono infatti vederci chiaro sul ruolo giocato (o non giocato) da Villani quella mattina di luglio.

NEL FRATTEMPO ieri il gip Luisa Del Bianco ha convalidato il fermo di Villani e disposto la custodia in cella. «È pericoloso e può uccidere ancora – ha detto il giudice –. Perciò deve restare in carcere». La convalida si è svolta a Forlì, dove l’uomo è stato bloccato, ma gli atti sono già in via di trasferimento per competenza a Bologna, dove il pm Antonello Gustapane sta coordinando le indagini sul terribile delitto.