Zona Gad, assalto in casa: anziani narcotizzati e derubati

Lo sfogo del figlio: "Poteva essere un altro caso Tartari"

Furto in casa in zona Gad, anziani narcotizzati e derubati

Furto in casa in zona Gad, anziani narcotizzati e derubati

Ferrara, 27 gennaio 2017 - Narcotizzati in casa e derubati dei preziosi legati ai ricordi di una vita. È il nuovo, preoccupante episodio di criminalità che stavolta ha colpito una coppia di ultraottantenni residenti in un appartamento situato in zona Gad, nelle immediate vicinanze del centro storico.

I malviventi sono entrati in azione dopo le 5 del mattino, orario in cui il pensionato è andato a letto a causa dell’insonnia. Senza segni di forzatura, sono riusciti ad aprire la porta blindata. Una volta entrati, secondo quanto riportato anche nella denuncia ai carabinieri, i banditi hanno narcotizzato la coppia. E poi hanno iniziato a frugare in ogni stanza. Ogni cassetto è stato setacciato alla ricerca di preziosi e monili in oro. Quelli in argento non sono invece nemmeno stati considerati. Il tutto mentre la coppia era stata sedata. Addirittura sono stati rinvenuti documenti clinici sotto i cuscini, segno che i banditi hanno frugato anche nel letto.

Quando al mattino gli anziani si sono svegliati hanno avvertito una forte sensazione di confusione. E solo dopo un po’ si sono resi conto di quanto era successo poche ore prima. Il bottino - consistente in numerosi oggetti d’oro e denaro - ammonta a svariate migliaia di euro.

«Il ‘caso tartari’ non ha insegnato purtroppo nulla. L’assalto dei malviventi poteva finire nello stesso tragico modo». Lo denuncia - con la voce increspata dalla commozione per lo scampato pericolo ma anche dalla rabbia per l’accaduto - il figlio della coppia di anziani narcotizzati dai malviventi per razziare l’appartamento in zona Gad.

Perché cita la vicenda del pensionato ucciso nel settembre 2015?

«Il modus operandi è lo stesso. Sono entrati nell’abitazione sapendo benissimo che dentro c’erano due anziani. Quei banditi erano pronti a tutto. E, se non avessero trovato quel che cercavano, avrebbero costretto i miei genitori a parlare con la forza e in ogni altro modo...».

Vuole rimarcare che non si tratta di un semplice furto in casa?

«Certo. Siamo dinnanzi a un ‘salto di qualità’, a una vicenda di una gravità assoluta. Un conto è rubare in una casa vuota, un altro è prepararsi all’assalto in un’abitazione dove ci sono i proprietari. Sono situazioni estremamente diverse. Entrare deliberatamente quando si è certi della presenza delle persone vuol dire essere sicuri che tanto la si farà franca. E purtroppo è davvero così. Per lo stesso reato in Romania si prendono 30 anni, qui in Italia non è nemmeno previsto l’arresto immediato».

Come stanno i suoi genitori?

«Diciamo che è andata bene. Ed è orribile che io sia costretto ad affermare una cosa del genere. Per il resto può immaginare...».

Sono terrorizzati per quanto successo?

«Siamo tutti traumatizzati. Ci barrichiamo in casa, e ad ogni rumore scatta l’allerta. E poi c’è la disperazione per il danno».

Il bottino è ingente?

«Semplicemente, tutti i ricordi di una vita. Anelli, bracciali, un orologio d’oro e soprattutto le fedi con la data del matrimonio. I monili d’argento no, quelli li hanno ignorati. E comunque...».

Dica...

«Ho girato tutti i ‘compro oro’ del territorio per vedere se riuscivo a intercettare qualcosa. Quei preziosi sarei disposto a ricomprarli tutti. Sono molto importanti per i miei genitori. Spero che nessun giudice voglia poi denunciarmi per ricettazione...».

Ha la sensazione che i banditi ‘siano andati sul sicuro’?

«Conoscevano alla perfezione le abitudini dei miei genitori. E sicuramente anche la casa».

Avete sospetti?

«Sì. Ma in questo Paese viviamo una situazione così malata che se uno formula sospetti senza avere certezze, che non può avere, rischia una denuncia. Io posso dare degli input, ma non vengono neppure annotati. Mi sento solo, preoccupato, disperato».

Quale è la ‘situazione sicurezza’ in zona Gad?

«Il degrado è arrivato a livelli intollerabili. E chi minimizza lo ritengo colpevole quasi quanto i malviventi».