Ai Diamanti l’Ariosto di 500 anni fa, a Tivoli una mostra sulla sua modernità

Intervista a Lina Bolzoni, presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni

Lina Bolzoni ieri al liceo Ariosto (foto Businesspress)

Lina Bolzoni ieri al liceo Ariosto (foto Businesspress)

Ferrara, 23 aprile 2016 - Era il 22 aprile del 1516 quando uscì la prima pubblicazione dell’Orlando Furioso. Ieri, a 500 anni di distanza, si riparte dalle scuole, per parlare ai giovani dello spirito ancora oggi innovativo dell’Ariosto. Per la prima uscita pubblica, Lina Bolzoni, presidente del Comitato nazionale per il cinquecentenario, ancor prima dell’inaugurazione della mostra in biblioteca Ariostea, ha scelto di interloquire con gli studenti del liceo Ariosto, presentando ‘L’Orlando Furioso nello specchio delle immagini’ edito da Treccani sotto la sua guida. Lina Bolzoni, docente di letteratura italiana alla Normale di Pisa, ha fondato il centro per l’elaborazione informatica di parole e immagini nella tradizione letteraria italiana. Fa parte del consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana ed è socia nazionale della Accademia dei Lincei.

Come ci si sente ad essere nominati presidente del Comitato per l’anno dell’Orlando Furioso?

«Mi preme puntare sulla maggiore conoscenza dell’Orlando Furioso, con strumenti che facilitino l’accesso al testo del Furioso innanzitutto nelle scuole, ma non solo. È dunque un grosso impegno, ma lo faccio molto volentieri, per amore dell’Ariosto».

Quando è nato questo amore?

«È iniziato studiando Giordano Bruno, Tommaso Campanella e altri letterati ‘irregolari’. Vedere che tutti questi personaggi inquieti e ribelli amassero l’Ariosto, me l’ha fatto amare a mia volta. Un amore transitivo».

Di iniziative ce ne saranno molte. Ci può anticipare qualcosa?

«Oltre alla mostra di Palazzo dei Diamanti, pensata sull’immaginario di Ariosto al momento di scrivere l’Orlando Furioso, ce ne sarà un’altra altrettanto bella a Villa d’Este a Tivoli, incentrata sulla modernità dell’Ariosto e su come il poema ha influenzato scrittori e artisti successivamente. Quanto ai convegni, oltre uno a Ferrara in autunno, ce ne saranno molti altri: uno a Londra sulla fortuna del Furioso in Inghilterra, la settimana prossima alla British Academy, a New York sulla dimensione letteraria del poema, poi in California, Germania».

Molte iniziative sono anche all’estero, dunque.

«Questo è dovuto alla fortuna europea, e non solo, che il testo fin da subito ebbe. Fu un best seller, che ha ispirato tanti artisti nell’arco di questi 500 anni. A Pisa, dal 18 al 20 giugno, i miei studenti della Normale faranno una lettura integrale del Furioso, in diversi luoghi della città. Spero che da questo 500enario venga una maggiore attenzione e un recupero di un momento altissimo della nostra tradizione».

Prima di questo incarico, conosceva Ferrara?

«Certo, per studi e per convegni. È una città magica, perché in alcuni palazzi e in certe strade ha conservato la sua dimensione rinascimentale. E poi c’è Schifanoia, da rileggere tenendo a mente anche l’Orlando Furioso».

Cosa ha provato quando per la prima volta ha visto l’edizione dell’Orlando Furioso in biblioteca Ariostea?

«Che emozione! Ero studentessa universitaria, per me è importante vedere i libri, i luoghi. Anche la storia stessa della tomba è bellissima».

Perché?

«Un generale napoleonico che trasporta la tomba che considerava abbandonata in quella che allora era la sede dell’Università è di per sé un grande gesto simbolico. Come a dire: ‘oh signori di Ferrara, o genti d’Italia, ma voi avete questa cosa straordinaria, che è l’Ariosto, non potete abbandonarlo in una chiesa’. Simbolicamente, portare l’Ariosto in un luogo cardine del sapere fu un atto molto forte».

Come lo è ora riportare luce sull’Orlando Furioso. Lo sa, per molti ferraresi avere una ‘via Ariosto’ o la tomba in biblioteca è la normalità, un’abitudine. Ha un consiglio per loro?

«Di recuperare la propria memoria. La letteratura a cosa serve? Serve a darci una visione straniata della realtà. Il palazzo e la via che vediamo tutti i giorni, se guardati attraverso l’occhio dell’arte cambiano. L’abitudine porta a non vedere le cose, il mio consiglio è di recuperare la capacità di rivedere attraverso i testi e alla sue successive ispirazioni. Questa è la bellezza dei classici. Una bellezza tutt’altro che noiosa».

Presto online, su un sito curato in collaborazione con il Comitato nazionale scientifico, si potranno trovare tutte le informazioni, le immagini, i testi e i video su quello che succede per il cinquecentenario dell’Orlando Furioso.

Anja Rossi