Orlando, Angelica, Rinaldo: i ‘pupi siciliani’ sul filo di Ariosto

Esposizione e spettacolo domani e il 3 febbraio a Casa Romei, dove il protagonista sarà Vittorio Zanella, il fondatore del Museo dei burattini di Budrio

Vittorio Zanella con la moglie Rita Pasqualini nella foto di Flavia Franceschini

Vittorio Zanella con la moglie Rita Pasqualini nella foto di Flavia Franceschini

Ferrara, 26 gennaio 2017 - Un mondo incantato fatto di racconti, di vicende storiche, di passione, di ricerca, di tradizione, di fantasia. Quello dentro a ogni pupo, tanto quanto quello che compone la vita di Vittorio Zanella e a sua moglie Rita Pasqualini. Un universo infinito fatto di persone collegate ad altre persone, di viaggi in giro per il mondo, di incontri con Zavattini e Luzzati, di un tempo che logora le ginocchia ma riesce a malapena a scalfire l’entusiasmo degli inizi. Quello con cui un pezzo di stoffa unito a fili, ferro, legno e carta possono attraverso l’intelligenza e la passione dell’uomo prendere vita.

Domani (ore 16 e 18) e il 3 febbraio (15-16,30, 18), a Casa Romei saranno proprio loro ad animare alcuni tra gli splendidi pupi della collezione. Con lo spettacolo ‘Io sono Orlando!’, Vittorio e Rita porteranno in scena il testo di Lucia Boni tratto dall’opera di Ariosto, facendo riscoprire attraverso i pupi palermitani Carlo Magno, Orlando e la bella Angelica, Rinaldo di Montalbano, i cui simboli e racconti si tramandano nei secoli.

Ferrarese d’origine e di cuore, come anche la compagna di vita e nel lavoro, Vittorio Zanella è fondatore della compagnia il Teatrino dell’Es di Villanova di Castenaso, nel bolognese, e del Museo dei burattini di Budrio, premiato tra i 109 musei di qualità dall’Ibc. Creato nella Casina del Quattrocento, il museo ospita più di 14mila oggetti tra burattini, pupi, scenografie e oggetti di scena raccolti da Vittorio Zanella e Rita Pasqualini fin dall’inizio della loro carriera. Nato da mamma pittrice, cresciuta nella scuola di via Bagutta a Milano, e da padre ingegnere-scienziato alla Montedison, Vittorio Zanella cresce a Ferrara, in quell’indirizzo sperimentale del liceo Ariosto che ebbe come giuda educativa Romano Rizzati. «Quando spiegai a mio padre che volevo fare questo mestiere – racconta Vittorio Zanella – mi disse che se uscivo dalla porta di casa, sarebbe stato per sempre». Dalla porta ferrarese Zanella uscì, ma ad accoglierlo ci fu Otello Sarzi, tra i più grandi maestri burattinai. «Se gli insegnerà il mestiere non come a un allievo ma come a un figlio – gli disse mio padre –, mio figlio, che è kantiano, le darà dieci volte tanto». Ma di questo tacito accordo, Vittorio Zanella venne a conoscenza solo molto più tardi. Solo dopo aver dato vita al museo, dopo aver ricostruito una tradizione che al contempo unisce e differenzia tutta l’Italia.

Una selezione di pupi, marionette e burattini, con rarissimi pezzi eseguiti tra il XVI e il XIX secolo e provenienti sempre dallacollezione Zanella-Pasqualini, sarà ospitata in mostra da domani al 5 febbraio, in un percorso espositivo integrato con le opere del Museo di Casa Romei.

Anja Rossi