Ferrara, 26 gennaio 2017 - Un mondo incantato fatto di racconti, di vicende storiche, di passione, di ricerca, di tradizione, di fantasia. Quello dentro a ogni pupo, tanto quanto quello che compone la vita di Vittorio Zanella e a sua moglie Rita Pasqualini. Un universo infinito fatto di persone collegate ad altre persone, di viaggi in giro per il mondo, di incontri con Zavattini e Luzzati, di un tempo che logora le ginocchia ma riesce a malapena a scalfire l’entusiasmo degli inizi. Quello con cui un pezzo di stoffa unito a fili, ferro, legno e carta possono attraverso l’intelligenza e la passione dell’uomo prendere vita.
Domani (ore 16 e 18) e il 3 febbraio (15-16,30, 18), a Casa Romei saranno proprio loro ad animare alcuni tra gli splendidi pupi della collezione. Con lo spettacolo ‘Io sono Orlando!’, Vittorio e Rita porteranno in scena il testo di Lucia Boni tratto dall’opera di Ariosto, facendo riscoprire attraverso i pupi palermitani Carlo Magno, Orlando e la bella Angelica, Rinaldo di Montalbano, i cui simboli e racconti si tramandano nei secoli.
Ferrarese d’origine e di cuore, come anche la compagna di vita e nel lavoro, Vittorio Zanella è fondatore della compagnia il Teatrino dell’Es di Villanova di Castenaso, nel bolognese, e del Museo dei burattini di Budrio, premiato tra i 109 musei di qualità dall’Ibc. Creato nella Casina del Quattrocento, il museo ospita più di 14mila oggetti tra burattini, pupi, scenografie e oggetti di scena raccolti da Vittorio Zanella e Rita Pasqualini fin dall’inizio della loro carriera. Nato da mamma pittrice, cresciuta nella scuola di via Bagutta a Milano, e da padre ingegnere-scienziato alla Montedison, Vittorio Zanella cresce a Ferrara, in quell’indirizzo sperimentale del liceo Ariosto che ebbe come giuda educativa Romano Rizzati. «Quando spiegai a mio padre che volevo fare questo mestiere – racconta Vittorio Zanella – mi disse che se uscivo dalla porta di casa, sarebbe stato per sempre». Dalla porta ferrarese Zanella uscì, ma ad accoglierlo ci fu Otello Sarzi, tra i più grandi maestri burattinai. «Se gli insegnerà il mestiere non come a un allievo ma come a un figlio – gli disse mio padre –, mio figlio, che è kantiano, le darà dieci volte tanto». Ma di questo tacito accordo, Vittorio Zanella venne a conoscenza solo molto più tardi. Solo dopo aver dato vita al museo, dopo aver ricostruito una tradizione che al contempo unisce e differenzia tutta l’Italia.
Una selezione di pupi, marionette e burattini, con rarissimi pezzi eseguiti tra il XVI e il XIX secolo e provenienti sempre dallacollezione Zanella-Pasqualini, sarà ospitata in mostra da domani al 5 febbraio, in un percorso espositivo integrato con le opere del Museo di Casa Romei.
Anja Rossi