Ronchi al Jazz club con le sue poesie: «Dentro c’è anche Ferrara»

Venerdì l’ex assessore presenterà ‘Catastrofi naturali’, prima dello spettacolo della Tower jazz composers orchestra

L’ex assessore Alberto Ronchi (foto BusinessPress)

L’ex assessore Alberto Ronchi (foto BusinessPress)

Ferrara, 14 febbraio 2017 - Una laurea in Filosofia, tra i fondatori di Ferrara sotto le stelle, Alberto Ronchi è nato a Ferrara nel 1961 ed è libero professionista nel settore culturale, dopo aver interrotto il rapporto con l’amministrazione bolognese per essersi opposto allo sgombero del centro culturale Atlantide.

Di politici scrittori - o scrittori politici, come si preferisce - Ferrara porta in grembo diversi esempi, uno di loro è proprio lui, che venerdì 17 febbraio alle 21.30 al Jazz Club Ferrara presenta ‘Catastrofi naturali’ (Modo Infoshop). Prima dello spettacolo della Tower jazz composers orchestra, Alberto Ronchi, ex assessore alla cultura a Ferrara, in Regione e a Bologna, accompagnato al pianoforte da Alfonso Santimone, racconterà in un reading la sua prima pubblicazione.

E ora un libro...

«Un libretto, uscito poco prima di Natale. Dopo tre presentazioni bolognesi, mi sembrava giusto portarlo a Ferrara e proporlo in un luogo come il Jazz Club. Sarà la prima volta di una mia presentazione con musica dal vivo».

Di che ‘Catastrofi naturali’ si parla?

«Sono testi sicuramente influenzati dalla poesia americana e dal verso libero, non solo Beat generation ma anche dalla scuola di New York. Catastrofi naturali è il titolo dell’ultima lirica, legata al terremoto del Centro Italia e costruita mettendo insieme i titoli sui giornali di quel periodo. Quanta retorica e sciocchezza scorre? Di quanti luoghi comuni e cliché ci nutriamo?».

Che periodo di vita c’è all’interno del libro?

«Sono versi che vanno dal 1997 a oggi. Ho fatto una selezione, ovviamente c’è anche Ferrara, legata alle mie esperienze personali, alla mia vita. Era una raccolta che dovevo pubblicare già cinque anni fa, ma poi fermai la stampa».

E perché?

«Perché divenni assessore a Bologna e mi faceva un po’ ribrezzo uscire con un libro di poesie. Ho preferito non farlo e sono contento della scelta e sai perché?».

No, perché?

«Perché la poesia – e ciò valeva anche allora – ha bisogno di sedimentarsi. Più tempo passa meglio è».

Anja Rossi