De Biasi ha trovato l’erede: "Semplici ce la può fare"

Il grande ex ha portato la nazionale albanese agli Europei ed è stato l’ultimo a vincere, nel ’98, un campionato con la Spal

Gianni De Biasi tifa Spal dall’Albania e promette: «Voglio tornare al ‘Mazza’ per vedere un match di B»

Gianni De Biasi tifa Spal dall’Albania e promette: «Voglio tornare al ‘Mazza’ per vedere un match di B»

Tirana, 10 febbraio 2016 – Gianni De Biasi dall’altra parte del Mediterraneo è un uomo in questo momento amato e sulla bocca di tutti. Ha condotto da ct la nazionale albanese alla prima qualificazione della sua storia alla fase finale di un Europeo di calcio, exploit che lo ha reso cittadino onorario del paese di Madre Teresa di Calcutta, e attualmente si divide tra l’Italia (dove fa anche l’opinionista tv), Tirana e il resto d’Europa, viaggiando per visionare giocatori. Il tecnico trevigiano però la Spal non l’ha dimenticata, e la segue sempre con passione.

«Non posso dimenticare una parentesi così importante della mia vita e così ricca di soddisfazioni – racconta tra una pausa di lavoro e l’altra –, che mi ha aperto poi scenari di alto livello».

De Biasi, apriamo l’album dei ricordi: lei allenò la Spal dal ’97 al ’99.

«Erano gli anni della presidenza Donigaglia, arrivai in C2 chiamato dal ds dell’epoca, Roberto Ranzani. C’erano Cancellato, Airoldi, Fimognari...».

E fu anche l’ultimo campionato vinto sul campo dalla Spal fino ad oggi. Lo sapeva?

«Mi tengo informato e mi spiace che dopo non siano più arrivate tante soddisfazioni. Però adesso forse è il momento giusto. Io faccio il tifo per Ferrara e per la Spal».

Ricordi di quella stagione finita in gloria e con la C1 sul petto?

«Un’entusiasmante cavalcata, con il Rimini che sembrava non mollare mai e che invece alla fine cedette».

L’anno successivo?

«Puntavamo a fare meglio con qualche innesto, ma l’infortunio del bomber Cancellato ci complicò la vita. Vincemmo comunque una Coppa Italia, una cosa da non sottovalutare».

Torniamo al presente: la Spal di Semplici ce la può fare?

«I numeri dicono di sì, ha fatto un cammino da grande squadra e non vedo l’ora di tornare al ‘Mazza’ per vedere una partita di serie B...».

Scaramanzie a parte, la sua è una promessa?

«Certo, e la manterrò. Ferrara è la città a cui mi sono affezionato di più nei due anni in cui l’ho vissuta».