Carife, i sindacati contro Marattin: "Merita il Nobel per l’Economia"

Ironia e rabbia dopo il ‘post’ sull’occupazione: "Ora la paludosa politica ferrarese dica da che parte sta"

I sindacati di Carife durante la recente seduta di consiglio comunale (Businesspress)

I sindacati di Carife durante la recente seduta di consiglio comunale (Businesspress)

Ferrara, 26 settembre 2016 - Nuova bufera per un ‘post’ di un esponente del Pd. Stavolta l’autore è l’ex assessore Luigi Marattin, e l’argomento Carife. Dopo aver parlato della situazione occupazionale a una festa di partito, riflettendo tra l’altro se gli attuali 900 dipendenti non siano troppi, il consigliere economico del premier ha rincarato la dose su Facebook: «Che non sarebbe stato facile, lo si sapeva fin dall’inizio, soprattutto per l’importante numero di dipendenti (ecco perché furono fatti gli scivoli pensionistici, del cui effettivo esito però mi chiedevo ieri a voce alta). Ma tutti gli sforzi possibili per trovare un acquirente dignitoso (dalla creazione della bad bank ai crediti fiscali) sono stati fatti dal governo e saranno ancora fatti fino alla fine. Perché nonostante la fallimentare classe dirigente che ha portato Carife al dissesto (e che ora beve cocktail in pace e ogni tanto parla pure, ancora) ora la soluzione deve essere trovata».

Immediata, veemente e molto lunga la replica dei sindacati: Fisac Cgil, Fabi, First Cisl, Ugl Credito e Uilca prendono posizione ricostruendo anche in modo puntiglioso tutte le fasi della crisi della banca cittadina. «Vogliamo sapere cosa pensa la paludosa politica ferrarese delle affermazioni dell’autodefinitosi “consigliere economico” del Governo Marattin su Carife. In fondo costui (futuro premio Nobel per l’economia; per il momento star delle sagre dell’anguilla) ha parlato dentro una festa del PD, e i suoi sodali di partito erano tutti presenti. I casi sono due: sono d’accordo con lui, e allora abbiano almeno il fegato di dirlo. Se non sono d’accordo, i politici di Ferrara e i politici ferraresi a Bologna e a Roma, dall’alto dei loro incarichi sbattano i pugni, convochino un tavolo con la regione, pretendano soluzioni e spendano il loro peso sul governo per il loro territorio.

Lo stanno facendo tutti, tranne loro. O forse qualcuno pensa davvero che la Cassa di Ferrara sia la pecora nera? Il problema è un altro: c’è chi si spende per il proprio territorio, e chi non lo fa, perché teme di indispettire il suo capo. Questa subalternità ha pochi eguali nella politica nazionale. Ripetiamo brevemente i passaggi della vicenda Carife. Aumento di capitale estate 2011, 150 mln imposto dalla vigilanza (rafforzata in Cassa dal 2009). Aumento di capitale ultimato: dopo qualche mese, una poco limpida dinamica in Banca d’Italia porta al commissariamento di Carife maggio 2013, senza che sia successo nulla di economicamente rilevante a cambiare in peggio la situazione dei conti. Nessuno ha ancora spiegato perché Carife è stata commissariata subito dopo aver rafforzato il capitale. Durante un infinito commissariamento, somministrato a dosi talmente massicce da uccidere un purosangue (prima, inevitabile contrazione dei volumi e fiducia dei clienti) saltano due ipotesi date per certe: prima Banca Popolare di Vicenza, poi Cassa di risparmio di Cento. L’ipotesi di BPVI è stata poi disconosciuta dalla Vigilanza stessa dopo “il caso Vicenza” reso pubblico dalla BCE. Come mai allora Banca d’Italia aprì la dataroom (l’accesso ai dati ai fini dell’acquisizione) ben sapendo che Vicenza non era nelle condizioni di poter sostenere l’operazione? Citiamo testualmente: «Negli ultimi anni, la banca ha posto all’attenzione della Vigilanza numerose ipotesi di acquisizione di altre banche, ma nessuna di esse ha avuto corso». Riportiamo il link dove si trova il documento ufficiale e anche un pdf, https://www.bancaditalia.it/media/approfondimenti/2015/chiarimenti-popolarevc/index.html). Infine, una certezza scritta nero su bianco e fatta votare in assemblea degli azionisti: innesto di patrimonio da parte del Fondo Interbancario di tutela dei depositi, warrant per gli azionisti.

Siamo a luglio 2015. Nel frattempo i dipendenti già dal 2013 si sottopongono a duri sacrifici per rilanciare la banca (venti giornate di solidarietà all’anno fino al 2018), e i primi 150 colleghi escono dalla banca con lo scivolo prepensionistico. Tra esodi incentivati e dimissioni, dall’inizio del Commissariamento ad oggi la Cassa ha 370 dipendenti in meno.-il 22 novembre il Governo e la Banca d’Italia smentiscono se stessi: la Cassa viene “risolta”. Eppure, l’11 novembre 2015 il Consiglio del FITD (documento ufficiale) aveva deliberato la creazione dello schema volontario di intervento, poi utilizzato per Tercas e CrCesena. Per Ferrara invece niente, nonostante il 26 novembre sia stato approvato lo schema d’intervento volontario, perfettamente applicabile a Carife, visto che il commissariamento scadeva il 27 novembre.

Per Ferrara arriva la svalutazione delle sofferenze a prezzi da liquidazione immediata (attivo) e il conseguente azzeramento delle obbligazioni subordinate (passivo). Risparmi allocati dieci anni prima, azzerati per decreto dalla sera alla mattina. A questo punto i volumi si contraggono ulteriormente. Qualcuno spieghi al futuro premio Nobel che i volumi della clientela si riducono, da quel momento, per merito della formidabile misura di cui lui rivendica in qualche modo la paternità. Vorremmo sapere dal Governo come mai per Carife il bail-in è stato applicato in anticipo, mentre dal primo gennaio 2016, data di entrata in vigore dello stesso, nessuna banca commissariata o meno lo ha subito. Nessuno - ripetiamo, nessuno ha avuto il percorso beffardo ed insultante che è stato riservato alla Cassa in questi sei anni. Questo nel silenzio più fragoroso della filiera politico-istituzionale “ferrarese”, con l’ eccezione del Sindaco, peraltro inascoltato. Smettiamola di far passare Ferrara (il Ducato Estense, come lo chiama per altri versi un silenziosissimo ministro ferrarese) per una terra figlia di nessuno. Un autorevole statista del passato disse “Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione.” Alzate la testa e fatevi sentire nelle sedi opportune. Noi come sempre siamo a disposizione, purché si vada oltre l’ipocrita prudenza di questi anni. In ogni caso noi siamo in prima linea a fianco dei lavoratori e dei nostri clienti».