Carife, martedì il via ufficiale alla trattativa

Allarme per l’annuncio del taglio di 400 posti: il sindaco Tagliani allerta la Regione

L'assemblea dei dipendenti

L'assemblea dei dipendenti

Ferrara, 24 dicembre 2016 - Natale d’ansia e di rabbia. Poi, da martedì 27, il via a una trattativa che si prospetta spinosissima. Sul tappeto 400 posti di lavoro, condizione ritenuta imprescindibile dai vertici della ‘good bank’ per agevolare l’ingresso del potenziale acquirente. Ovvero, com’è ormai noto, Bper Banca.

Ma il taglio durissimo all’occupazione ha destato subito allarme. Perchè se la trattativa non andasse a buon fine, si riaprirebbe inevitabilmente lo spettro della liquidazione. Con conseguenze, oltre che nell’operatività della banca, per tutti gli 850 dipendenti attuali, e non solo per i 400 interessati dal taglio. Di cui appena 150 dipendenti sarebbero coperti dal fondo esuberi: per un centinaio lo ‘scivolo’ verso la pensione sarebbe di cinque anni, per altri cinquanta invece di ben sette anni.

Ma questa misura avrà un costo molto elevato, e non si sa chi dovrà e potrà sostenerlo: anche perché dovranno essere aggiunge le altre risorse (ingentissime) per incentivare l’esodo, sia pure su base volontaria, degli altri 250 lavoratori. Per i quali non è sbagliato pensare che si tratterebbe di un vero e proprio licenziamento. Potrebbe essere dunque il Fondo di Risoluzione (dunque Bankitalia) a farsi carico di questo provvedimento, chiedendo al Fondo Interbancario di stanziare i capitali necessari. Ma questo avrebbe l’effetto di allungare i tempi, per la complessità delle autorizzazioni necessari.

NICASTRO & C. sperano invece di raggiungere un’intesa (sia pure di massima), entro fine anno. Tempi strettissimi, forse troppo per arrivare a un ‘closing’ vista l’enorme distanza tra le parti: che i tagli occupazionali fossero inevitabili, in Carife erano quasi tutti consapevoli.

Ma da parte di dipendenti e sindacati, si immaginava un piano da circa 200 dipendenti; dall’altra parte, visti i conti drammatici (soprattutto sul fronte dei ricavi, precipitati durante i tre anni e mezzo di un commissariamento paralizzante), i 400 posti messi in preventivo, avrebbero potuti essere anche molti di più. Una distanza siderale, difficile da limare in modo considerevole durante la trattativa.

Nel frattempo, qualcosa si muove anche sul fronte politico. Il sindaco Tiziano Tagliani, ad esempio, giovedì ha allertato l’assessore regionale al Lavoro Palma Costi: le istituzioni non hanno ruolo in questa vicenda, ma è chiaro che le ricadute in tema di costi sociali non possono essere sottovalutate. Anche perché il perimetro della vicenda – da un lato Carife, dall’altro Bper – è tutto racchiuso entro i confini regionali. Dunque i contatti, ufficiosi se non ancora ufficiali, ci saranno (se già non ci sono stati, come peraltro dichiarato dallo stesso Tagliani). E al tempo stesso, dal tavolo di trattativa – che sarà condotto dalle segreterie nazionali del credito – partirà probabilmente anche un richiamo al governo. Una richiesta d’attenzione per la situazione di Carife, che pure si inserisce nel tourbillon di Monte dei Paschi di Siena, e nei piani di esubero dichiarati da altre banche (e per un numero di dipendenti superiore a quello della banca cittadina).

E così la storia sembra ripetersi, con Carife sempre nei panni dell’anello debole della catena delle crisi bancarie. Coinvolta, anzi travolta, al di là dei propri problemi e dei propri demeriti.