Ecco come hanno ridotto Willy: le foto choc

Il fratello: “Lo hanno trovato così, la gente deve sapere”

Immagini esclusive

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Ferrara, 6 novembre 2014 - Le parole quasi non servono. Basta rivolgere lo sguardo all’immagine qui accanto per capire. E riflettere in silenzio. Un corpo nudo, inerme, senza nemmeno un velo addosso. Gettato via come uno scarto, una carcassa di un animale appena abbattuto con becero disprezzo. Senza nessuna pietà. Ecco, questo corpo apparteneva ad un ragazzo di appena 18 anni, amatissimo, apprezzato, tanti ancora oggi lo ricordano amorevolmente come «la mascotte di Goro». Per altri invece, per chi decise quella notte del 29 settembre 1988 di finirlo, era semplicemente una cosa.

Prima di pubblicare questa foto atroce del cadavere di Vilfrido Luciano Branchi, per tutti Willy, ci abbiamo riflettuto, abbiamo parlato con la famiglia e tutti assieme siamo arrivati a questa decisione. Tutti concordi per tentare di smuovere ancora di più le coscienze di chi, ancora oggi dopo 26 anni, nasconde dentro sè un macigno. Da giorni lo scriviamo e, ora dopo ora, ne siamo sempre più convinti. A Goro c’è chi sa. Chi conserva una testimoninaza diretta, chi un nome, chi anche solo un flash. Chi, peggio ancora, potrebbe coprire una o più persone, il o i presunti colpevoli dell’assassinio. «È giusto che la gente sappia — chiosa Luca Branchi —, che la gente veda. Voglio che capiscano che cosa hanno fatto al mio povero fratello. Non è stato un incidente, non è stato ammazzato con un colpo di pistola. E’ stato massacrato».

Fu lui, con Eros, il nipote del babbo scomparso, a fare il riconoscimento del corpo. «Quella scena non la dimenticherò mai — continua con un filo di voce —. Il volto di Willy era già stato ripulito di tutto il sangue». Le foto scattate al momento del ritrovamento, non ebbe mai il coraggio di vederle. «Parlai con il medico legale, mi spiegò come era messo mio fratello. Ma ancora oggi non ho la forza di guardare quelle immagini». Immagini cruente che mostrano il volto disintegrato del 18enne. Sotto lo zigomo destro un foro di 15 millimetri provocato, con tutta probabilità, con la punta di una pistola ammazza maiali.

Colpo che, lo ribadiamo ancora una volta, non fu mortale. L’arma venne usata con una feroce estrema, picchiata in più punti del viso. Tonfi, botte fortissime che risulteranno letali. Chi lo ridusse in quel modo, non ebbe nemmeno la pietà di coprire il cadavere con un velo, anche semplicemente con uno straccio vecchio. Nulla. Il corpo nudo di Willy venne fiutato da un cane, la mattina del 30, che portò il suo padrone a dare il primo allarme. Durante la grande fiaccolata del 16 novembre, per volontà della famiglia, verranno mostrate altre foto, ancora più scabrose. «Perché la gente deve sapere», ripete Luca. Perché tutti devono vedere con che disprezzo è stato ammazzato Willy. Il ragazzo buono che oggi più che mai sta diventando il simbolo di un’intera comunità.