"Gli spacciatori? Sono aggressivi. Ci circondano e ci allontaniamo"

Intervista choc a un poliziotto: "Gad problema enorme da troppi anni"

La polizia in zona Gad (Businesspress)

La polizia in zona Gad (Businesspress)

Ferrara - 15 maggio 2016. «Quando fermiamo uno straniero, subito veniamo circondati da suoi connazionali. Ci danno dei razzisti, ci minacciano e noi siamo costretti a scappare». Siamo in Gad, l’ex fiore all’occhiello di Ferrara, e chi parla questa volta non è un residente esasperato, una donna picchiata, un giovane scippato. No, questa volta a parlare è chi, ogni santo giorno, al Gad è costretto ad intervenire per lavoro, a sedare risse, a rincorrere il pusher di turno: un poliziotto delle Volanti, che ci ha chiesto di mantenere l’anonimato.

La situazione oggi in Gad è...

«Sotto gli occhi di tutti, inutile negare il problema, minimizzare, nascondere la testa sotto la sabbia. Il problema è enorme. La situazione è così da tanti anni, troppi anni, non solo ora perché si torna a parlarne. L’unica differenza, rispetto al passato, è che oggi ci sono molte più segnalazioni. Mentre prima chi subiva stava zitto».

Le richieste al 113 da dove arrivano soprattutto?

«Piazzetta Toti e piazzale Castellina, il vero centro di spaccio. E zona di risse».

Tra chi, in particolare?

«Tunisini e marocchini contro nigeriani per il territorio. Il problema è che queste persone oggi hanno capito la nostra impotenza».

Si spieghi meglio, in che senso?

«Prima scappavano non appena arrivava la volante, oggi prima di fuggire devono vederci uscire dall’auto e rincorrerli».

E quando ne fermate uno?

«Addosso non gli trovi quasi nulla o, al massimo, qualche dose che giustificano per uso personale. Nascondono il grosso negli alberi, sotto terra, in luoghi sicuri. Sono scaltrissimi. Poi le nostre leggi sono quello che sono e dopo un’ora di atti, tornano in giro sereni».

Dica la verità, c’è timore da parte vostra?

«Eccome. Cominciano ad essere minacciosi, aggressivi, ci circondano in 10-15. Così noi siamo costretti a scappare».

Le forze dell’ordine che scappano, un paradosso non crede?

«Siamo impotenti. Io, come operatore là fuori, devo pensare a portare a casa la pelle. Loro lo sanno bene. Poi ci sono le querele...».

Ovvero?

«Sanno che in Italia, se querelano un poliziotto, una volta su cinque la vincono. Così su due operatori, uno esce dalla macchina e filma ogni cosa per tutelarsi».

I residenti gridano la loro rabbia e non si sentono protetti. Hanno ragione?

«Assolutamente. Dicono che non facciamo nulla e che ci vedono passare poco: hanno ragione. Ma devono sapere che a Ferrara ogni notte girano due volanti con quattro poliziotti, più un mezzo dei carabinieri. Questa è la forza Stato. Mentre noi siamo sempre meno e più vecchi, loro sono sempre di più e più giovani. Per questo non riusciamo a garantire sicurezza a nessuno».

E il vostro morale è a pezzi, non è vero?

«Mai stato così basso per l’impotenza di forza umana e legale. La zona Gad è terra loro e non hanno paura di nulla. Ad ogni chiamata noi andiamo solo a fare presenza, niente di più».

Un problema senza soluzione, dunque?

«Dobbiamo creargli un danno economico, agendo sui nascondigli della droga. In questo chiediamo aiuto ai cittadini. Poi bisogna che il Comune riduca le licenze facili ovunque. E cercare di disperderli, magari creando un presidio fisso della Municipale. Queste sono le uniche soluzioni possibili, al momento. A meno che da Roma non ci mandino 50 uomini, allora tutto cambierebbe».

Utopia.

«Si, purtroppo. Così continueremo ad essere in balia di queste persone. E sarà sempre peggio».

Nicola Bianchi