Trappola con il gas, indagine a una svolta

Sotto la lente i vecchi litigi tra un noto professionista e un suo cliente: "Il palazzo poteva saltare in aria"

I vigili del fuoco sotto la palazzina che poteva esplodere per una fuga di gas (foto Businesspress)

I vigili del fuoco sotto la palazzina che poteva esplodere per una fuga di gas (foto Businesspress)

Ferrara, 22 luglio 2014 - Due piste battute ma soprattutto la convinzione che presto, molto presto, la soluzione di via Calcagnini verrà alla luce. Lo sussurrano gli inquirenti i quali, seppure senza sbottonarsi, e rimanendo molto cauti, fanno trasparire un certo ottimismo. L’inchiesta, sulla pazzia scoperta giovedì alle 8 da un passante, che ha notato un tubo di una ventina di metri che da una conduttura del gas lunga la strada stava saturando la palazzina al civico 3, trasformandola in una bomba ad orologeria, fino a ieri non aveva ancora nessun nome iscritto sul registro degli indagati. L’ipotesi sulla quale indagano polizia e procura è quella di strage. Ed è proprio questa ciò che poteva accadere giovedì scorso se solo vi fosse stato anche il minimo innesco, come l’accensione di un interruttore della luce. «Il palazzo — secondo la relazione tecnica dei vigili del fuoco — era praticamente saturo di gas e poteva esplodere tutto quanto». Palazzo composto da cinque appartamenti, quattro dei quali abitati. «Stiamo cercando di ritrovare tranquillità — spiegava proprio ieri una residente —, ma non sarà facile dimenticare. Rimane la paura che possa succedere di nuovo». Un’altra, invece: «Sappiamo che gli investigatori stanno seguendo alcune piste, speriamo che presto venga trovato il colpevole di quel gesto».

Piste.

Tutti gli abitanti del civico 3 sono stati sentiti in questura per cercare di capire se alcuni di loro, in passato, aveva avuto screzi con persone esterne. I sospetti, fin dai primi momenti, si sono concentrati sui rapporti tra un condomino (un noto professionista della città) e un suo vecchio cliente (un ex commerciante con il quale pare aver avuto problemi in passato): pista che ancora oggi rimane la principale. Poi ve ne sarebbe una seconda, al momento però top secret. «Può aver agito un uomo da solo — spiegava ieri un inquirente —, cosa certa è che l’ha fatto durante la notte quando tutti dormivano. Un esperto? Non è detto. Il collegamento del tubo non è poi così difficile».

Vero eroe.

Tutti concordi su una cosa: il vero eroe della vicenda è il cittadino che ha dato l’allarme. Insospettito da quel tubo bianco, che da una parete esterna finiva dentro una finestra semiaperta del palazzo di via Calcagnini, ha chiamato immediatamente i vigili urbani. Se non fosse stato per lui, con tutta probabilità, oggi staremmo scrivendo di una strage.