Congresso Anm: "Basta incarichi affidati ad amici da magistrati compiacenti"

L’affondo dell’avvocato ferrarese Laura Iannotta

Un’aula di giustizia (foto d’archivio)

Un’aula di giustizia (foto d’archivio)

Ferrara, 3 novembre 2015 - Un affondo ma, nello stesso tempo, un mea culpa. Quattordici minuti di bordate, quelle lanciate dall’avvocato ferrarese Laura Iannotta, presidente nazionale dell’Unione Camere civili, al XXXII congresso dell’Anm (Associazione nazionale magistrati) di Bari. «Dobbiamo essere presenti attivamente nei luoghi della politica – le sue parole –, in piena collaborazione con la magistratura. Occorre anticipare i tempi fin dalla fase di ideazione progettuale delle riforme per contribuire a costruire una giustizia giusta, efficiente, di qualità». Si sofferma sulla giustizia minorile, invitando il ministro Orlando «a farsi un giro nel tribunale dei minori dell’Emilia Romagna per verificare con mano il modo con cui sono costretti a lavorare magistrati togati e onorari, con arretrati spaventosi».

Ma si fa sentire soprattutto per un altro delicato problema, «che esiste nei tribunali»: la distribuzione degli incarichi da parte «di magistrati compiacenti e ‘amici di’, a livello di deleghe di esecuzioni immobiliari, curatele fallimentari, incarichi di custodi e consulenti». Ma la «colpa» di tutto questo, «ovvio, è anche dell’avvocatura». Un’avvocatura che «chiacchiera nei corridoi», senza «scrivere nero su bianco», sempre «per timore reverenziale nei confronti della magistratura, nel non dover e poter dire perché poi non si sa mai chi ti giudica la causa». Parla di rispetto, di «regole improntate su correttezza e dignità», permettendo così di «portare avanti un discorso qualitativo di avvocatura e magistratura insieme».

Replica. «Una grande responsabilità è degli avvocati – ha confermato anche ieri il presidente dell’Uncc interpellata dal Carlino –, abbiamo un senso di deferenza totale verso la magistratura».

Quello degli incarichi, precisa Iannotta, è un problema che esiste anche nel nostro tribunale. «E tutti sanno: dai magistrati, agli avvocati fino alle cancellerie». Laddove ciò avviene, «la situazione diventa pesante, soprattutto in un periodo di crisi economica come l’attuale». L’incarico di «sorvegliare la rotazione», aggiunge, «è affidato ai presidenti dei vari tribunali», anche «per quanto riguarda gli incarichi dei ctu». La soluzione? Prima di passare all’esposto, «serve un confronto tra avvocatura e magistratura». Infine un appello all’Ordine degli avvocati: «Che sia più deciso con i propri interventi, più dettagliato e non generico». Interventi «non fumosi e non solo nei corridoio».