Incidente mortale, arrestato l’albanese che causò lo schianto

Copparo, al momento dell’incidente aveva l’obbligo di non uscire di casa

L’immagine dello schianto tra l’auto dell’assistente Cidas  e quella dell’albanese

L’immagine dello schianto tra l’auto dell’assistente Cidas e quella dell’albanese

Ferrara, 17 aprile 2016 - Si aggrava la posizione giudiziaria di R.M, 42 anni, di origine albanese e residente a Copparo, l’uomo che mercoledì sera, alle 20.30 a Cesta, invadendo la corsia sulla quale viaggiava Romana Bonaccorsi, 56 anni, assistente domiciliare di Cidas, ha determinato l’incidente stradale costato la vita alla donna. Per lui sono scattate le manette. L’uomo, pregiudicato per traffico internazionale di stupefacenti, al momento dell’incidente stradale non doveva trovarsi alla guida dell’auto e neppure fuori dalla propria abitazione.

L’albanese era infatti in affidamento affidamento ai servizi sociali e aveva l’obbligo di rispettare determinati vincoli, tra cui la permanenza nella propria abitazione durante gli orari notturni. Questa aggravante si aggiunge ad una situazione già delicata. Non solo si tratta del primo caso nel ferrarese di contestazione di omicidio stradale ma lo straniero, residente nel copparese, non ha ottemperato agli obblighi relativi alle misure alternative di detenzione, a seguito della condanna che lo vedeva imputato per il traffico illecito di stupefacenti. Per cui il tribunale di sorveglianza di Bologna ha sospeso il provvedimento, applicando la custodia cautelare in carcere. R.M., che si trova da ieri all’Arginone, aveva perso il controllo della propria auto, una Daewoo ’Tacuma’, che invadendo la corsia opposta di marcia si era scontrata contro la Fiat ‘Punto’ condotta da Romana Bonaccorsi.

Inutili tutti i tentativi di rianimazione da parte dei sanitari del 118, l’assistente della Cidas è deceduta all’ospedale di Cona. L’albanese, che non ha riportato ferite gravi dopo l’incidente, è stato fin da subito sottoposto agli esami tossicologici e alcolemici, dei quali si attende ancora il responso. Anche in caso di risultato negativo a droghe o alcol nel sangue, l’imputazione però rimarrebbe sempre quella dell’omicidio stradale. Dal 2 marzo è infatti in vigore la legge che lo considera reato, con una pena che varia da 2 ai 12 anni di reclusione, la massima condanna si rivolge proprio a persone al volante ubriache o sotto l’effetto di droghe.