“Abbiamo salvato la milza a un bambino, non era mai successo in Italia”

Roberto Galeotti, primario del reparto di Radiologia vascolare e interventistica dell’ospedale di Cona: oggi il percorso terapeutico è concluso

Una sala operatoria (foto di repertorio)

Una sala operatoria (foto di repertorio)

Ferrara, 15 settembre 2014 - "Un anno fa abbiamo salvato la milza ad un bambino di 4 anni, cosa mai tentata prima in Italia e con pochi casi riportati nella letteratura scientifica mondiale". Sono le parole di Roberto Galeotti, primario del Reparto di Radiologia Vascolare ed Interventistica dell`Ospedale S. Anna a Cona, che descrive solo oggi - dopo aver concluso e monitorato tutto il percorso terapeutico del bambino - la vicenda che ha coinvolto il suo staff.

"Il piccolo, cadendo in casa, aveva riportato una grave frattura della milza e grazie al nostro intervento ha potuto riacquistare la funzionalità di un organo così importante per la sua vita futura. Il salvataggio di una milza lesionata da un trauma è fondamentale per il ritorno ad una vita normale, con una riduzione delle complicanze ed una prognosi favorevole accelerata".

L’intervento sul bimbo è stato messo in atto utilizzando una procedura detta embolizzazione. Quando si parla di embolia si pensa immediatamente ad una condizione estremamente grave; in effetti lo spostamento di un coagulo di sangue verso i polmoni o il cervello può causare danni anche irreversibili. Con un termine molto simile, embolizzazione, si parla invece di una procedura non chirurgica e minimamente invasiva che può salvare la vita del paziente.

Ma cos’è, al lato pratico, un`embolizzazione? È una procedura che comporta la chiusura selettiva e controllata dei vasi sanguigni, introducendo al loro interno degli emboli sintetici (micro sfere in materiale plastico) che quindi causano un blocco. Questa azione deve essere, ovviamente, estremamente precisa e mirata al solo vaso sanguigno da trattare; la precisione è ottenuta con l`utilizzo di piccoli cateteri introdotti con una semplice anestesia locale attraverso l`arteria femorale e possono essere portati praticamente in tutte le parti del corpo. Questa "navigazione interna" è sicura perché controllata attraverso apparecchiature radiologiche denominate angiografi.