Nuova bufera sull’ospedale di Cona: "Legionella in una doccia"

La conferma della Regione. Sensoli (M5S): "Ennesimo buco nero"

L’ospedale di Cona

L’ospedale di Cona

Ferrara, 9 settembre 2015 - L’ospedale di Cona torna nella bufera. La denuncia arriva da Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S e vicepresidente della Commissione sanità. «La Regione – spiega – ha confermato la presenza della legionella. Un fatto gravissimo che si va a sommare ai tanti scandali che in questi anni hanno interessato un ospedale nato già vecchio e che invece di assicurare le necessarie cure ai cittadini, ne mette addirittura a repentaglio l’incolumità».

IL CASO. Viale Aldo Moro, Regione, sala del Consiglio. Sul tavolo dell’assessore alla Sanità Sergio Venturi c’è un’interrogazione ‘a risposta immediata’ della consigliera pentastellata. Oggetto: capire se l’impianto idrico di Cona è stato costruito con criteri previsti dalla normativa per il contrasto alla legionella. Motivo, il decesso di un anziano (Giacomo Catozzi, l’8 agosto) «con problemi cardiocircolatori, ricoverato al Sant’Anna», al quale sono seguiti «i primi accertamenti, tra cui anche quello sulla contaminazione da legionella». Un test che «ha dato esito positivo». Da qui la risposta dell’assessore che si rifà ad un sopralluogo dell’Ausl del 5 agosto 2015 in due stanze di degenza dove era stato ricoverato l’anziano. «In un terminale doccia – conferma –, dal campione prelevato, è risultata una positività con sviluppo di legionella in misura superiore ai limiti».

L’IMPIANTO. Il discorso di Venturi, però, parte dall’origine: «L’impianto idrico – attacca subito – è stato costruito secondo i criteri moderni e con materiale resistente ai trattamenti previsti dalla normativa per il controllo e il contrasto della legionella». Poi aggiunge: «Non risultano essere state accertate in ospedale altre positività», soprattutto tra «i ricoverati nelle stanze con la vittima».

BATTERIO. In una doccia, però, il batterio è stato ritrovato. E per questo «sono state adottate le misure urgenti per impedire eventuali possibili infezioni». Il ragionamento vira verso la Medicina legale e all’autopsia «che ha indicato, quale causa del decesso», non la legionella bensì «un’insufficienza miocardica acuta con concomitante polmonite interstiziale a carico del polmone sinistro a carattere non infettivo».

LA CASA. Venturi non si ferma qui e ricorda anche che la positività al batterio è stata riscontrata pure «nell’acqua prelevata nel domicilio del paziente» e il campione è stato inviato all’Istituto superiore di sanità con quello del Sant’Anna. «Ciò per capire l’origine dell’eventuale infezione, se nosocomiale o comunitaria». L’attacco della Sensoli parte in ogni caso da un dato di fatto: «Pur con tutte le cautele del caso e in attesa di riscontri oggettivi – ribadisce –, l’assessore ha confermato la presenza del batterio in una doccia dell’ospedale usata dal paziente». Catozzi venne ricoverato il 7 luglio a Cona per gravi problemi respiratori, il 31 il Sant’Anna segnalò al dipartimento di Sanità pubblica che l’anziano aveva contratto la legionella, l’8 infine il decesso.