"Io, nudo in una sala per analisi davanti a gente non autorizzata"

La lettera. Un cittadino scrive a direttori e Procura: "Violata la privacy"

Medici in sala operatoria

Medici in sala operatoria

Ferrara, 11 settembre 2014 - TROVARSI completamente nudo all’interno di una sala di preparazione pre-esame di un ospedale e finire sotto gli occhi indiscreti di persone che nulla hanno a che fare col personale medico e sanitario. E’ la disavventura che sarebbe capitata ad un lettore (che chiede di rimanere anonimo) durante un periodo di ricovero a Cona. E’ lo stesso protagonista della vicenda a raccontare in prima persona l’insolita storia vissuta tra le mura del nuovo Sant’Anna attraverso una lettera inviata, oltre che al giornale, anche alla procura e ai direttori generale e sanitario del Sant’Anna Gabriele Rinaldi e Andrea Gardini.

«Mi avevano trovato una cardiopatia ischemica e sono stato sottoposto a coronarografia — racconta il lettore —. Mentre ero nella sala di preparazione pre-esame è passata una persona in abiti civili e senza camice, accompagnata da un giovane medico in camice. Si è guardato intorno — prosegue — ha curiosato, o almeno questa è stata la mia impressione, in tutti i locali, comprese le sale operatorie e ha osservato pazienti e personale presente». Da qui il lettore passa a descrivere le sensazioni provate in quei momenti. «Mi sono sentito un po’ a disagio, visto che ero completamente nudo e mi stavano depilando le parti intime. Nella mia situazione c’erano altri pazienti di entrambi i sessi, che entravano ed uscivano in barella dalle varie sale. E’ intanto — continua — questo signore ha passeggiato in mezzo a noi per diversi minuti».  E’ STATO solo dopo, come spiega lui stesso, che ha saputo chi fosse la persona in questione. «Durante il ricovero ho poi sentito dire che il signore di cui ho parlato prima non era un medico, non era nemmeno un infermiere e neanche un soggetto autorizzato a trovarsi lì. Ho infatti imparato — prosegue la lettera — che si trattava di un amico di un direttore dell’ospedale, il quale aveva incaricato un qualche sottoposto di fargli fare una visita guidata».

Un fatto ancora tutto da verificare, ma che il lettore, sulla scia della rabbia e dello sconforto del momento, ha pensato di far arrivare anche in procura, oltre che che sulle scrivanie dei massimi vertici dell’azienda ospedaliera. «Al momento del ricovero — è l’amara conclusione della lettera — fanno firmare carte sulla privacy e poi il primo che passa può entrare quando e come vuole? Tanto vale che non chiedano nessuna firma». Interpellato, al momento il Sant’Anna non ha risposto.