Addio a Mario Strozzi, era l’ultimo costruttore di organi

Lutto nel mondo della musica, aveva 87 anni

IL MAESTRO Una vecchia foto di Mario Strozzi (il primo a destra) insieme ad alcuni amici dopo un concerto

IL MAESTRO Una vecchia foto di Mario Strozzi (il primo a destra) insieme ad alcuni amici dopo un concerto

Ferrara, 15 maggio 2015 - LA SUA bottega, racconta chi lo conosceva, era un luogo unico. In quelle quattro mura in via Giusmaria si potevano trovare decine di strumenti musicali, interi o smontati: organi, clavicembali, spinette, pianoforti e non solo. Quel negozio ogni giorno era pieno di liutai, artigiani, musicisti o semplici appassionati. E Mario Strozzi – artigiano costruttore di organi, scomparso alcuni giorni fa all’età di 87 anni – aveva un consiglio, un insegnamento o un aneddoto per ognuno.

Quella bottega, aperta nel cuore della città da fine ‘800, quando dietro al banco c’era il suo prozio Ferdinando, è stata per decenni un punto di riferimento obbligato per chi in città si occupava di organi e pianoforti. Una ‘stella polare’ caduta quindi che si è portata con sé un pezzo di storia della nostra città.

ERA uno degli ultimi maestri artigiani vecchio stampo, «brillante e ingegnoso», come lo definiscono gli ex allievi. «Era un’enciclopedia della musica vivente – ricorda Paolo Pasini, insieme al fratello Giovanni allievi storici del maestro –. Andando in bottega da lui c’era sempre qualcosa da imparare. Ognuno di noi gli deve qualcosa. Era geniale e non era mai geloso dei suoi segreti. Gran parte di quello che so lo devo a lui».

Ricorda i pomeriggi passati alla bottega Strozzi anche Francesco Locatelli. «Io e mio fratello ci andavamo spesso da ragazzi – ricorda –. Era un piccolo laboratorio, nel quale Mario restaurava pianoforti. Aveva una vastissima esperienza e una grande cultura musicale. Aveva diverse riviste che parlavano degli organi tedeschi e ci dava sempre qualche insegnamento». Anche Gianni Ferraresi, organaio e gestore di un negozio di strumenti musicali è stato un allievo di Strozzi. «Aveva costruito più di cento organi – ricorda –. Era una persona umile e competente. Lo avevo visto appena qualche settimana fa. Ferrara ha perso un pezzo della sua storia».

MARIO Strozzi aveva seguito le orme della sua famiglia che dalla fine dell’800 costruiva organi a canne (lavori di Ferdinando Strozzi, iniziatore dell’attività si possono ancora trovare nelle chiese di Villanova e Migliarino). La bottega ha aperto nel 1881 e da allora l’attività è stata tramandata di padre in figlio. Mario è stato l’ultimo, prima che il marchio ‘Strozzi’ venisse rilevato da Silvia Beccari che ne porta avanti il nome con un negozio di strumenti musicali («Una persona preparatissima – è il suo ricordo – e un grande appassionato di musica». Diplomato in pianoforte in conservatorio, Mario Strozzi è stato un’istituzione per il mondo della musica ferrarese.

Era molto attento alle nuove tecnologie (in particolare alle procedure di elettrificazione degli organi a canne) e si teneva sempre al corrente sulle novità in materia. Abile accordatore di pianoforte, aveva collaborato per oltre 50 anni con il teatro Comunale. Da una quindicina d’anni ormai si era ritirato dall’attività (pur continuando saltuariamente ad accordare pianoforti) e viveva in un appartamento nella frazione di Pescara. Alcune settimane fa un malore lo aveva costretto ad un ricovero in clinica. Poco dopo se ne è andato, in punta di piedi, come era nel suo stile. E’ ancora da fissare la data dei funerali, che dovrebbero svolgersi la prossima settimana.