Venerdì 26 Aprile 2024

Negri: «Basta con una movida che lorda moralmente e fisicamente la città»

L’aricvescovo: «Mi sento investito di una responsabilità. Istituzioni conniventi»

La movida ferrarese sul sagrato del Duomo

La movida ferrarese sul sagrato del Duomo

Ferrara, 21 dicembre 2014 - «SULLA questione della movida mi sono sentito investito di una responsabilità che mi ha dato la cittadinanza prima che la Chiesa». L’arcivescovo torna sulla polemica di due estati fa e lo fa a modo suo, affrontando di petto la questione educativa e chiamando in causa le istituzioni.

«Mi rifiuto – attacca – di pensare che i ragazzi siano lasciati soli a godere di una libertà che diventa licenza demenziale e che lorda moralmente e fisicamente la nostra città, in termini di sporcizia. E’ una forma di avvilimento della città».

Negri ricorda di aver partecipato «ad almeno una decina di incontri con le istituzioni, perché ci sono aspetti in cui solo loro possono intervenire». E fa un esempio: «Se c’è un bar che, contravvenendo a leggi e regolamenti, tiene la musica altissima fino all’alba, è l’istituzione che deve intervenire».

«Io – continua Negri – voglio difendere i diritti di quei cittadini che vivono in città e che hanno il diritto di passare per la piazza senza assistere a certe cose o di aprire i loro negozi la mattina senza dover pulire le lordure lasciate la notte. Perché il Comune deve far fare due turni di pulizia quando basterebbe la buona educazione? Non capisco questa connivenza disastrosa educativamente. Che futuro hanno – si domanda l’arcivescovo – queste generazioni che passano intere notti a bere? E poi non è possibile che la dignità di una città e della sua storia venga avvilita così, in questo silenzio connivente».

A che punto è il progetto della fascia di rispetto davanti alla cattedrale? «Ho assistito a prese di posizone esplicite del Comune – risponde Negri – ma... nihil inde sequitur, da tutto questo non è scaturito ancora niente. Io non posso disattendere una responsabilità morale che mi sono sentito riconoscere non solo dai cristiani ma dai molti cittadini che mi fermano per strada e mi incoraggiano ad andare avanti. Se non si farà niente, non potrò non dire che le istituzioni hanno deciso di non fare nulla! La piazza davanti alla cattedrale è di tutti».

Negri riferisce anche di «bestemmie ed epiteti irripetibili» al suo passaggio quando la sera rincasa passando in via degli Adelardi: «Qualche volta – racconta con preoccupazione – non riesco nemmeno ad entrare a causa dell’assembramento di gente davanti alla porta».