Omicidio Branchi, il legale: ''Ci sono nuovi elementi. E quel testimone riferisce dettagli mai emersi prima''

Dopo la fiaccolata che ha radunato ben 2.500 persone l'avvocato Simone Bianchi parla ancora del caso (FOTO) L'immagine choc del cadavere del ragazzo

Goro (Ferrara), la fiaccolata per Willy Branchi (foto Businesspress)

Goro (Ferrara), la fiaccolata per Willy Branchi (foto Businesspress)

Goro (Ferrara), 18 novembre 2014 - "Oltre duemilacinquecento persone, praticamente tutta Goro. Mai avremmo pensato di radunare tanta gente". L’avvocato Simone Bianchi ha ancora negli occhi il corteo che, domenica, dall’argine del Po è arrivato quasi a lambire piazza Bordoni. Dai bambini a persone anziane, tutte ‘armate’ di fiaccole e cartelli per chiedere verità e giustizia per Willy Branchi. A ventisei anni dall’atroce omicidio. 

Avvocato, il giorno dopo com’è? "Bello, entusiasmante, carico di emozioni. Quell’affluenza, quell’immenso abbraccio di un’intera comunità significa che fino ad ora abbiamo lavorato bene". Un segnale importante per Luca e la sua famiglia. "Un segnale che tutta Goro gli è accanto e vuole arrivare alla verità. Domenica Luca ha potuto toccare con mano il fatto di non essere solo in questa battaglia". Dopo 26 anni è stata aperta un’indagine. Cosa vuole dire? "Che la Procura vuole andare fino in fondo. Per noi questo deve essere un punto di partenza, non certo di arrivo. Abbiamo dato in mano agli inquirenti elementi, dal nostro punto di vista, nuovi e importanti. Abbiamo grande fiducia ma senza farci troppe illusioni". In che senso? "Rimaniamo con i piedi per terra perché da ora in poi viene il momento difficile. E, adesso più di prima, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti". Da via Mentessi sembra proprio che non si voglia perdere altro tempo, la partenza è stata ai cento all’ora.  «Sì e per questo li ringrazio. L’importante è fare in fretta. Bisogna cavalcare l’onda, tutti ora parlano di questo caso. Far trascorrere altro tempo vorrebbe dire rischiare che tutto ritorni nel dimenticatoio e ci faccia tornare al punto di partenza». A proposito di nuovi elementi, ha letto l’intervista del Carlino all’uomo che don Tiziano Bruscagin ha definito il ‘presunto’ testimone?  "Certo e la reputo importantissima. Questa persona riferisce particolari mai emersi nelle indagini e negli articoli del passato. E’ evidente che è a conoscenza di dettagli inediti". Come ad esempio quella del laccio che dice di aver ritrovato sopra il proprio garage la mattina del 30 settembre e di averlo gettato in via Buozzi? "Questo è il primo. Poi il fatto che Willy venne caricato su una macchina in via Buozzi, che venne aspettato e picchiato in quel luogo. Ma non solo".  Prego. "Parla di lividi che aveva il ragazzo. Ma come faceva a sapere questo particolare visto che le foto, al di fuori della famiglia e degli inquirenti, non le aveva mai viste nessuno? Tornando poi al laccio, mai menzionato negli atti dell’epoca: perché buttarlo via immediatamente senza riferire nulla ai carabinieri nel momento in cui dice di essere venuto a conoscenza dell’omicidio?". Negli ultimi giorni, vi sono arrivati nuovi elementi?  «Confermo e faranno parte di un’integrazione che presenteremo in queste ore in Procura». Di cosa si tratta? «Mi faccia un’altra domanda a questa non posso e non voglio rispondere. Massimo riserbo».  Prima o poi si arriverà alla verità? «Lo spero proprio. Noi crediamo che ci siano gli elementi per arrivarci anche se il compito non sarà semplice».