Omicidio a Fossanova di Ferrara, la confessione di Simone. "Ho fatto un casino"

Simone Bertocchi, 36 anni si costituisce e crolla in caserma. Ora è in carcere. Indagato ma libero il complice

IL CROLLO Bertocchi ieri all’arrivo a Porotto

IL CROLLO Bertocchi ieri all’arrivo a Porotto

Ferrara, 27 luglio 2016 - «Aprite, sono io che ho combinato quel casino domenica». Mani alzate in segno di resa, maglietta rossa, berrettino e pantaloni corti, con ancora qualche schizzo di sangue. Così Simone Bertocchi, 36enne ferrarese, si è presentato ieri mattina alla porta della stazione dei carabinieri di Porotto. Alla fine, il killer in bici ha ceduto. Dopo due giorni di fuga, ha deciso di vuotare il sacco. Prima ai militari e poi, durante un lungo interrogatorio, al pm Stefano Longhi, titolare dell’inchiesta sull’uccisione di Roberto Tosi Savonuzzi e il ferimento di Raffaella Pareschi, coniugi 72enni di Fossanova San Marco. In serata Bertocchi, da ieri in stato di fermo, è stato accompagnato in carcere. Su di lui pendono le accuse di omicidio volontario, tentato omicidio e porto abusivo di armi. Al momento, a quanto si apprende, non gli viene contestata la premeditazione.

La lunga giornata di Bertocchi inizia alle 8.20. Dopo due giorni e due notti a girovagare per la città, dormendo all’addiaccio, crolla. È dalle parti di Porotto e bussa alla prima caserma dei carabinieri che trova. In pochi istanti, la frazione si riempie di sirene. Il 36enne parla. I militari si fanno accompagnare nel luogo in cui avrebbe gettato la pistola. Rimangono per più di un’ora in via Valdicuore, a Gorgo. Il casolare della mattanza è a un tiro di schioppo. Ma l’arma non si trova. A metà mattina Bertocchi viene portato in caserma e inizia un lungo interrogatorio che si concluderà solo alle 14.30. Bertocchi, assistito dagli avvocati Barbara Grandi e Sergio Pellizzola, racconta nei dettagli quanto accaduto domenica in via Ravenna e delinea i retroscena: litigi per i lavori a casa e forti dissapori con Tosi Savonuzzi.

Nel frattempo il cerchio si stringe anche sul complice. Intorno alle 14.30, i carabinieri si presentano davanti a una palazzina di via Gaetano Pesci. Fanno scendere un uomo, William Biancucci, nativo di San Paolo (Brasile), 36 anni pregiudicato per reati di droga, e lo portano in caserma. Viene ascoltato e alla fine indagato a piede libero per concorso in omicidio e tentato omicidio. Il secondo uomo, assistito dall’avvocato Francesco Andriulli, dice di essersi trovato in quella situazione per caso, senza sapere nulla dell’arma di Bertocchi. Agli inquirenti spiega che lui nel casolare di via Ravenna non ci è mai entrato e che, dopo il delitto, è rimasto chiuso in casa due giorni per paura. Gli elementi raccolti sul suo conto, alla fine, non bastano per richiedere una misura. Diversa invece la situazione di Bertocchi, che si è dimostrato spavaldo e solo parzialmente pentito. «Per la signora mi dispiace – dice –. Per lui, lo rifarei».