Omicidio di Fossanova, il killer, la maglia pulita e il mister X

Simone Bertocchi, fermato per il delitto di via Ravenna, tace il nome della persona che gli avrebbe dato una mano nei due giorni della sua latitanza

Omicidio di Fossanova, Simone Bertocchi all'uscita dalla caserma (Businesspress)

Omicidio di Fossanova, Simone Bertocchi all'uscita dalla caserma (Businesspress)

Ferrara, 28 luglio 2016 - «Un amico lo si trova sempre». È la risposta che Simone Bertocchi, il 36enne fermato per il delitto di via Ravenna, ha dato a chi gli ha chiesto dove avesse preso la maglietta rossa con la quale martedì mattina si è presentato in caserma a Porotto. Parole sibilline, che nascondono l’identità di una persona che gli avrebbe dato una mano nei due giorni della sua ‘latitanza’.

Una figura marginale e totalmente estranea all’omicidio di Roberto Tosi Savonuzzi e al ferimento di Raffaella Pareschi, coniugi 72enni di Fossanova San Marco. Ma che potrebbe rischiare di finire nei guai per favoreggiamento, se dovessero venire accertati certi elementi che ora sono al vaglio degli inquirenti. Al momento però, di lui non si sa nemmeno il nome. Bertocchi su questo punto non ha voluto sentire ragioni e non si è lasciato sfuggire nulla. È uno dei pochissimi punti rimasti nell’ombra nel corso del suo interrogatorio. 

Qualcosa di quell’incontro è però stato possibile ricostruire. Tutto avviene tra il pomeriggio e la sera di domenica. Bertocchi, arrivato a Pontelagoscuro in autobus, cammina fino al Barco. È il quartiere nel quale il 36enne è cresciuto e dove ha mantenuto molti contatti. È proprio lì infatti che il primo giorno si sono concentrate le ricerche dei carabinieri. E qui avrebbe incontrato l’amico del quale tace ostinatamente il nome. Bertocchi si presenta alla sua porta con addosso i pantaloncini sporchi di sangue e una t-shirt inzuppata di sudore.

«Prestami una maglietta. Ho fatto una c... e non ho nulla da mettermi» avrebbe detto all’amico. Questo, gli dà la maglia rossa, la stessa con la quale è uscito in manette dalla caserma di via del Campo, e, pare, anche un berrettino. Il 36enne ringrazia e saluta, per poi rituffarsi nei bassifondi del Barco. All’amico che lo ha aiutato non avrebbe detto nulla di quanto successo poche ore prima in via Ravenna. Possibile che fosse all’oscuro di tutto? Possibile che abbia fatto due più due, ma abbia taciuto per coprire la fuga del 36enne? Potrebbe infine aver lasciato a ‘mister x’ la maglietta che aveva addosso a Fossanova, magari chiedendogli di farla sparire? Interrogativi sui quali sono al lavoro in queste ore gli inquirenti, per i quali le indagini sono tutt’altro che finite.

La caccia quindi continua. Gli investigatori hanno per le mani alcuni elementi e li stanno vagliando con attenzione. L’obiettivo è capire se, oltre al misterioso uomo della maglietta, qualcun altro possa aver dato una mano a Bertocchi in quelle ore concitate. In effetti, il killer avrebbe incontrato anche altre persone. Dopo aver preso la t-shirt pulita, avrebbe infatti proseguito la sua marcia fino all’ex Tre Stelle. Si sarebbe seduto su una panchina vicino al vecchio mobilificio e lì avrebbe passato la notte. In serata, proprio in quel punto, avrebbe incontrato due amici a passeggio con un gatto. Sapevano che era ricercato? Un altro nodo da sbrogliare nella matassa della mattanza di via Ravenna.