Delitto Tartari, don Bedin: "Fiti? Un errore la sua totale libertà, è pericoloso"

Parla il sacerdote che ospitò e allontanò a ‘Viale K’ il 22enne romeno: "Creava troppi problemi"

Don Domenico Bedin da anni aiuta i migranti e i più deboli

Don Domenico Bedin da anni aiuta i migranti e i più deboli

Ferrara, 1 ottobre 2015 – Don Domenico Bedin, prete dalle suole consumate, prete che con l’associazione Viale K raccoglie uomini e ‘resti’ di uomini e donne ai bordi della città.

Don, ha conosciuto Constantin Fiti?

«Sì, è stato da noi qualche anno fa. In tutto cinque o sei mesi».

Poi andò via lui?

«No, fummo costretti ad allontanarlo noi. C’erano problemi».

Di che tipo?

«Il mio ricordo è quello di un ragazzo dal cuore buono, in fondo a tutto questo».

Un tutto immaginabile?

«Non avrei mai pensato potesse – stando alla notizia delle indagini – combinare un macello simile».

Torniamo ai problemi che creava.

«Appena entrava in conflitto con qualcuno, anche per una dabbenaggine in mensa, non era in grado di controllarsi. Ed era pericoloso per sé e per gli altri».

Era da solo nelle vostre strutture?

«Era con la sua ragazza, incinta. Li accogliemmo entrambi fino al momento del parto».

È ancora fidanzato?

«Credo che lei si sia allontanata. Ma la mia conoscenza risale a diversi mesi fa».

Che carattere aveva?

«Un cane sciolto. Ma credo non sia un caso isolato. Sono tanti i ragazzi, italiani e stranieri, che si portano dentro un carico di aggressività che li rende incapaci di gestire ogni tipo di relazione».

Tranne, da quello che sta emergendo, verso il capo di questa banda di giovani senza scrupoli.

«Molti di questi giovani sono alla ricerca di una figura paterna che, il più delle volte, finisce per essere un leader che incarna certi modelli».

Modelli anche criminali?

«Sì, anche».

Ha mai conosciuto l’altro ragazzo, sempre indagato per omicidio, Patrik Ruszo?

«Credo di averlo visto al massimo un paio di volte».

Don, possiamo continuare ad accogliere tutti?

«In questi condizioni di fragilità non credo».

Detto da lei...

«Ma vi pare possibile, e parlo per istituzioni e sistema dell’accoglienza, che un ragazzo di quel tipo che colleziona denunce su denunce possa girare per la città come un cane sciolto?».

È stato possibile?

«Evidentemente la rete che tocca enti locali, associazioni e forze dell’ordine, deve rivedere i suoi cardini».