Omicidio Branchi, 26 anni dopo. Un investigatore privato a caccia dell'assassino

Davide Tuzzi, della Securiteam, indagherà sul caso del 18enne massacrato e abbandonato lungo l'argine a Goro la notte tra il 29 e il 30 settembre 1988

L'investigatore privato Davide Tuzzi

L'investigatore privato Davide Tuzzi

Ferrara, 19 ottobre 2014 - «Scaveremo nella vita di Willy, le amicizie, le sue frequentazioni. Ripercorreremo la storia a ritroso per arrivare al suo (o ai suoi) assassino». Ne è certo Davide Tuzzi. L’espertissimo investigatore privato, titolare della Securiteam, da pochi giorni si sta occupando dell’omicidio di Vilfrido Branchi, 18 anni, massacrato e abbandonato lungo l’argine a Goro la notte tra il 29 e il 30 settembre 1988. Sarà lui ad accompagnare l’avvocato della famiglia, Simone Bianchi, nel cercare di risolvere uno dei casi più tristi della nostra provincia.

Tuzzi, da dove partirete? «Per prima cosa incontrerò il fratello di Willy, con lui ripercorreremo luoghi, abitazioni, la scena del delitto. Ma attenzione perché sull’argine potrebbe essere stato ucciso ma anche semplicemente gettato successivamente».

Parlerete con chi lo conosceva, a partire dai suoi vecchi coetanei? «Cercheremo di capire se andava a scuola, i compagni di classe di allora, se qualcuno aveva notato segnali, campanelli di allarme, minacce nei suoi confronti. Se faceva uso di sostanze stupefacenti».

Poi le carte ingiallite dell’inchiesta.  «Mi ha colpito una lettera anonima, a firma ‘due ragazzi’: potrebbe essere veritiera o utilizzata per depistare le indagini. Faremo comparazioni calligrafiche».

Il principale indiziato di allora fu Valeriano Forzati, poi la pista deflagrò. «Fu l’ultima persona vista in compagnia di Willy. Ma non credo sia lui l’assassino».

Si è già fatto un’idea? «Più o meno. Willy non venne colpito sicuramente a mani nude, bensì con un oggetto contundente. Le foto del cadavere e dell’autopsia le farò visionare a un medico legale. Vista la stazza del ragazzo, chi l’ha ucciso e trasportato era più pesante e anziano di lui. Oppure...».

Oppure? «A fare il lavoro sono state più persone».

Un testimone racconta di averlo sentito parlare a voce alta quella stessa notte... «Un fatto che mi ha stupito. Probabilmente quell’interlocutore era il suo assassino e non escludo che Willy lo conoscesse. Poi un’altra stranezza».

A cosa si riferisce? «In più di un’occasione, il ragazzo tornava a casa con vestiti nuovi. Da quanto mi risulta, a parte qualche lavoretto saltuario, era la famiglia a mantenerlo. Come faceva a permetterseli?». 

Sta dicendo che c’era qualcuno che... «Dico semplicemente che voglio capire se c’era qualcuno che approfittava delle sue ingenuità».