Guerriglia al Palaspecchi. Spunta coltello, tre romeni portati in caserma

Stranieri aggrediscono residenti: «Via di qui, è casa nostra»

I carabinieri al Palaspecchi

I carabinieri al Palaspecchi

Ferrara,  27 maggio 2016. «Andate via. Qui siamo a casa nostra». Parole gridate da un gruppo di stranieri dell’est Europa all’indirizzo di alcuni abitanti del quartiere, fermi sul marciapiede davanti al Palazzo degli Specchi. La ‘casa’ in questione, è proprio l’edificio abbandonato di via Beethoven. È la scintilla che ha fatto scoppiare il parapiglia, al culmine del quale è spuntato un coltello. Sono le 19. Davanti all’edificio ex albergo si raduna un gruppetto di residenti. Tra loro, il leghista Nicola Lodi. Per quell’ora è infatti in programma un incontro per accordarsi riguardo a una registrazione per un’emittente nazionale. La diretta non è ancora cominciata quando all’improvviso uno straniero si avvicina al gruppo e inizia ad inveire contro Lodi. Un istante e la situazione precipita. Da diversi punti del palazzo escono sei o sette persone che circondano i presenti. Alcuni di loro, tra cui una donna, iniziano a denudarsi e a gridare. Il gruppo di residenti, pietrificato, non reagisce alle provocazioni e dà l’allarme ai carabinieri.

Il bersaglio principale, a quanto emerso, è proprio l’esponente del Carroccio. «Sappiamo chi sei. Stanotte ti bruciamo la macchina» gli urlano. Nel trambusto, uno degli stranieri apre un borsello e mostra il manico di un coltello. Una frazione di secondo poi, nel caos, l’arma passa di mano e sparisce. La ritroveranno circa un’ora dopo polizia e carabinieri all’interno del recinto del palazzo, probabilmente abbandonata frettolosamente. Ad evitare che la situazione degenerasse del tutto è l’intervento delle forze dell’ordine. Al Palaspecchi arrivano cinque pattuglie tra carabinieri e polizia di Stato. La rissa è scongiurata per un soffio.

Agenti e militari dividono i litiganti e iniziano ad ascoltare i testimoni. Alla fine tre stranieri (due uomini e una donna) vengono portati in caserma per essere identificati. «È stato un agguato – tuona Lodi prima di andare a sporgere denuncia –. Eravamo tranquilli e non abbiamo provocato. Domani chiederò un incontro al questore».

Federico Malavasi