Palaspecchi, nell’esposto anche il ricorso al Tar

"Mascellani vuole bloccare tutto". L’atto choc del sindaco. E Lodi: "Accuse farneticanti contro di me"

Ferrara, sit in al Palaspecchi (Foto Businesspress)

Ferrara, sit in al Palaspecchi (Foto Businesspress)

Ferrara, 22 maggio 2016. C’è pure il ricorso al Tar presentato da Roberto Mascellani nell’affaire Palaspecchi, nell’esposto choc del sindaco Tiziano Tagliani depositato in procura il 3 maggio e che ha portato all’apertura di un fascicolo (per violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo, giudiziario: art. 338 codice penale) nei confronti di Nicola Lodi, responsabile sicurezza della Lega Nord, identificato senza mezzi termini dal primo cittadino come «il pregiudicato».

«Il ricorso di Mascellani nei confronti dell’ultima delibera della Giunta che ha approvato la variante al Piano di recupero del Palaspecchi – recita l’esposto –, chiaramente tardivo e pretestuoso, altro non si prefigge se non bloccare l’azione della Cassa depositi e prestiti, nella premessa che quest’ultimo ente pubblico non può finanziare operazioni riguardanti beni oggetto di contenzioso». Il riferimento è al «compendio immobiliare in via Darsena» di proprietà del gruppo Sinteco «attualmente in corcordato».

Mascellani, vero obiettivo dell’esposto, «non ha esitato a suggerire a Cdp una diversa destinazione del fondo di 30 milioni già destinati al Palaspecchi, proponendo di dirigerlo nel complesso di via Darsena che, a suo dire, avrebbe reso più conveniente l’iniziativa di housing sociale intrapresa sul Palaspecchi, viceversa abbattibile senza eccessivi costi tramite società indicate da Mascellani».

Milano. Nel calderone finisce l’incontro a Milano tra Lodi e Paola Delmonte, responsabile del progetto ferrarese della Cassa. Incontro «imposto con la minaccia» alla dirigente (riferita dalla stessa in una mail al primo cittadino, come scrive lo stesso nell’atto ndr) «che, in caso di diniego, Lodi avrebbe inscenato una clamorosa protesta sotto i suoi uffici».

Da qui la decisione della Delmonte «di sottostare all’appuntamento pur nella consapevolezza che di esso sarebbe stata data una rappresentazione mediatica completamente contraria alla realtà. Il che, aggiunge Tagliani, «è puntualmente accaduto», come emerge dal confronto «tra il laconico resoconto della Delmonte nella mail e la rappresentazione giornalistica alimentata dalle dichiarazioni di Lodi, volte ad anticipare una prossima (ma fantasiosa) dismissione da parte della Cdp al recupero del Palaspecchi».

Difesa. Intanto Nicola Lodi non molla la presa. «Farneticazioni le accuse verso di me – contrattacca – ho tutto per dimostrare, quando servirà, che non ho esercitato violenza». E la Lega promette di mantenere «più accesi che mai» i riflettori sul caso Palaspecchi.

Massimiliano Fedriga, deputato leghista ha anche presentato una interrogazione al ministro dell’Economia ripercorrendo, atti in mano, la tormentata storia dell’edificio. «Che iniziative intende assumere – scrive – al fine di tutelare lo Stato azionista di Cassa depositi e prestiti per l’80 per cento, e quindi la collettività, contro il potenziale pregiudizio che ne deriverebbe alle risorse pubbliche?». Si attendono risposte.