Palaspecchi, slitta la data dell’ok al progetto di recupero

A fine mese doveva essere approvato dalla Cassa depositi e prestiti, invece è saltato tutto a data da destinarsi

PalaSpecchi (foto Businesspress)

PalaSpecchi (foto Businesspress)

Ferrara, 24 maggio 2016 – La data ipotizzata per stappare lo champagne sul progetto Palaspecchi slitta. Cassa depositi e prestiti – il soggetto che deve investire oltre 30 milioni di euro per la riqualificazione – fa sapere che «difficilmente l’approvazione del progetto avverrà entro il 31 di questo mese».

Il che non significa nulla di catastrofico ma, proseguono fonti ben informate di Cdp, «serve tempo per le valutazioni necessarie». Serve tempo. Anche perché nel mezzo c’è il braccio di ferro tra il sindaco Tiziano Tagliani e il responsabile sicurezza della Lega Nord, Nicola Lodi. Il banco del duello è l’esposto presentato dal primo cittadino di Ferrara. Un documento che ha portato, nei giorni scorsi, all’indagine su Lodi per presunta violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo, giudiziario. Lodi si dice estraneo a tutto e promette sorprese.

Da Cdp – a proposito di presunte forzature per ottenere un colloquio con Paola Delmonte, responsabile per Cdp del progetto ferrarese – filtra sorpresa. «Non abbiamo avuto notizia di forzature», sul caso Palaspecchi.

Il riferimento è al passaggio dell’esposto nel quale Tagliani cita l’incontro tra Lodi e Delmonte: «... tale incontro è stato imposto alla dottoressa Delmonte con la minaccia (riferita dalla stessa in una mail) che, in caso di diniego, Lodi avrebbe inscenato una clamorosa protesta sotto i suoi uffici». Ma allora chi ha ragione? Lodi che si professa innocente o il sindaco Tagliani con un esposto dove tira in ballo il leghista e Roberto Mascellani, l’uomo d’affari che secondo lo stesso Tagliani «non ha esitato a suggerire alla Cassa depositi e prestiti una diversa destinazione dei 30 milioni, già nell’operazione Palaspecchi, proponendo di dirigerli nel complesso di via Darsena», di sua proprietà? Domande che vengono calamitate sul caso Palaspecchi, edificio che da anni simboleggia il degrado conficcato nel cuore di una delle città più belle d’Italia. Due, allora, i punti.

La vetta del 31 maggio che slitta e che il Comune contava di scalare nella road map verso la cima e il giallo dell’esposto, nel quale vengono tirati in ballo interessi e guerre politiche. Cassa depositi e prestiti deve valutare il progetto e, al momento, l’unica dichiarazione ufficiale è racchiusa in poche righe (risalenti al 20 aprile). «In relazione alle recenti vicende che hanno interessato il progetto di housing sociale al Palaspecchi di Ferrara, Cdp Investimenti Sgr precisa che sta continuando a valutare, nel dialogo con le istituzioni e congiuntamente con i partner pubblici e privati, le condizioni di fattibilità dell’investimento, nella sua esclusiva prerogativa di gestore del Fondo Investimenti per l’Abitare (Fia)».

Si valuta e si attende, mentre a Ferrara i vari soggetti aspettano il semaforo verde per dare il via all’operazione. Parliamo della società incaricata di realizzare l’opera, la Intercantieri Vittadello. E parliamo soprattutto delle realtà che dovranno completare il 25% del tesoro necessario. Se il 75% arriva da Cdp, 3 milioni di euro sono in capo ad Acer, circa 2 alla Intercantieri, una parte – oltre al conferimento del bene – ai Parnasi. Si attende Cdp e si attende chiarezza sul duello giudiziario che tocca politici, uomini d’impresa e istituzioni.