Il suicidio di Bonora, l’autopsia: nessun mistero. I suoi studi al centro dell’inchiesta

Un amico: «Paolo aveva previsto tutto da tanto tempo»

Paolo Bonora della Carife

Paolo Bonora della Carife

Ferrara, 1 agosto 2015  - Lui l’aveva previsto. Nei suoi scritti, senza tanti mezzi termini, aveva già denunciato mesi addietro il «disastro» in arrivo, quello che di lì a poco avrebbe travolto la ‘sua’ amata Carife. E proprio quelle lettere, i documenti, i libri e gli studi che stava portando avanti con dovizia certosina l’ex vice direttore della Cassa di Risparmio, Paolo Bonora, trovato suicida lunedì mattina nella propria abitazione di Correggio, continuano ad essere al centro dell’inchiesta di carabinieri e procura (nessun mistero è emerso dall’autopsia). Gli uomini del nucleo Investigativo e della stazione di Pontelagoscuro hanno acquisito una serie di atti all’interno dei quali potrebbe esserci una chiave di lettura importante per capire il perché di un gesto così atroce, ma soprattutto potrebbe aiutarli a ricostruire gli ultimi sette anni di gestione della Carife. A partire dall’era Santini-Murolo fino ad arrivare a quella di Lenzi-Grassano-Forin.

«PAOLO – sussurra un amico che preferisce rimanere anonimo – aveva già previsto ogni cosa e in quella lettera del 2014 che scrisse alla stampa, c’era il futuro dell’istituto. Leggendola oggi, sembra una missiva scritto in questo esatto momento». Bonora, con coraggio e lucidità, «da ex vice direttore del Gruppo», denunciò di «assistere all’agonia della più importante istituzione della città ora in mano a due personaggi inviati da Bankitalia», «profumatamente retribuiti, che usano mezzi e personale della Cassa, e si rivolgono solo a chi si presenta da fuori (vedi Caricento e Popolare di Vicenza), per esibire quei conti che ai ferraresi è vietato conoscere».

CONTI usciti solamente il mese scorso nella relazione dei commissari con l’azione di responsabilità (il danno presunto è pari a 309,5 milioni di euro) contro 31 tra presidenti, amministratori e direttori generali. Un caso, questo, che finirà il 15 ottobre davanti al Tribunale delle Imprese di Bologna dove il giudice sarà chiamato ad esprimersi sulle richieste di risarcimento. L’inchiesta sul suicidio, intanto, è confluita nel faldone principale aperto nei mesi scorsi. I prossimi, anche a livello investigativo, saranno mesi molto caldi per l’istituto principale della nostra città.